Kiev sotto attacco

La Russia colpisce le infrastrutture energetiche, l’Ucraina chiede un sostegno più deciso dall’Occidente

di Antonio Adriano Giancane

Il centro della capitale ucraina è stato scosso da una serie di esplosioni, risultato dell’intercettazione da parte delle difese aeree ucraine di missili e droni russi. L’attacco, uno dei più massicci dall’inizio del conflitto, ha visto la Russia lanciare 127 missili e 109 droni contro obiettivi sparsi in tutto il Paese, con particolare attenzione alle infrastrutture critiche. Gli attacchi, iniziati a mezzanotte e proseguiti fino al mattino, hanno interessato circa 15 regioni, con morti tra i civili nella città di Lutsk e in quella sudorientale di Dnipro e causato danni significativi, in particolare nel settore energetico.

Il ministro dell’Energia ucraino, German Galushchenko, ha denunciato che il settore energetico è stato uno dei bersagli principali dell’attacco, con più di 9GW della capacità di produzione di energia messi fuori uso, circa la metà del picco di consumo energetico dello scorso inverno. La città di Zhytomyr è rimasta senza elettricità e acqua a seguito dei raid, con blackout di emergenza imposti in altre zone del Paese. Il più grande fornitore privato di energia dell’Ucraina, DTEK, ha confermato che l’operatore del sistema di trasmissione nazionale ha ordinato interruzioni di corrente su vasta scala per fronteggiare la crisi.

Il ministero della Difesa russo ha rivendicato l’attacco, descrivendolo come un’operazione mirata contro le infrastrutture energetiche cruciali dell’Ucraina. A fronte di questa escalation, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha fatto appello alla comunità internazionale affinché condanni con fermezza l’aggressione russa. Kuleba ha inoltre chiesto la rimozione delle restrizioni sull’uso di armi a lungo raggio fornite dall’Occidente, che permetterebbero a Kiev di colpire obiettivi militari russi, una richiesta che finora Stati Uniti, Regno Unito e Francia hanno esitato a soddisfare.

L’offensiva russa nella regione di Kursk, che ha visto l’Ucraina oltrepassare i confini della Russia, ha ulteriormente complicato la situazione, sfidando le linee rosse tracciate da Washington. Gli Stati Uniti, fin dall’inizio del conflitto, hanno cercato di bilanciare il sostegno all’Ucraina con l’obiettivo di evitare un’escalation che potrebbe sfociare in una terza guerra mondiale. Mentre Kiev si batte per la propria sopravvivenza, il governo americano rimane preoccupato per la possibilità di un conflitto diretto con Mosca, soprattutto alla luce delle minacce nucleari reiterate dalla Russia.

L’incursione ucraina in Russia ha modificato le dinamiche della guerra, con Kiev che ha intensificato gli attacchi contro obiettivi militari e infrastrutturali all’interno del territorio russo, con l’intento di conquistare terreno in vista di future trattative di pace e aumentare così la pressione sulla Russia affinché accetti compromessi più favorevoli all’Ucraina. Queste azioni mirano anche a rallentare l’apparato bellico russo e a minare il morale della popolazione civile. Tuttavia, gli alleati occidentali, guidati dagli Stati Uniti, continuano a imporre restrizioni sull’uso delle armi fornite all’Ucraina per attacchi in profondità in Russia, mantenendo un approccio prudente.

La situazione in Ucraina rimane critica. Nonostante l’arrivo dei primi jet F-16 e gli sforzi per rafforzare la difesa aerea, il Paese non dispone delle risorse necessarie per intercettare tutti i missili russi. Le infrastrutture energetiche sono diventate più vulnerabili, con attacchi che hanno causato blackout durante i mesi estivi, un evento senza precedenti dall’inizio del conflitto.

Kiev continua a fare pressione per ottenere un sostegno internazionale più deciso e la possibilità di colpire più profondamente il territorio russo, sostenendo che ciò dissuaderebbe ulteriormente Mosca dall’aggressione. Tuttavia, gli alleati occidentali, preoccupati per le possibili conseguenze globali, mantengono un atteggiamento cauto.

Subscribe to our newsletter!

Kiev sotto attacco