Le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per fermare le ostilitĂ nel sobborgo di Ghouta, a est di Damasco, e consentire la consegna di aiuti umanitari alla popolazione assediata. Lo ha dichiarato oggi il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. “Ghouta orientale non può aspettare”, ha sottolineato in una nota il segretario generale dell’Onu, i civili stanno vivendo un vero e proprio “inferno sulla terra”.
“Lancio un appello a tutti coloro che sono coinvolti per un’immediata sospensione delle ostilitĂ per consentire l’ingresso di aiuti umanitari”, ha sottolineato nella nota Guterres.
Ieri sia Stati Uniti e Onu hanno espresso la loro profonda preoccupazione per le centinaia di civili morti nell’enclave ribelle. Dallo scorso 19 febbraio sarebbero almeno 200 le persone rimaste uccise nei bombardamenti dell’esercito governativo siriano, a cui avrebbe preso parte, secondo Washington anche l’aviazione russa.
Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha respinto le accuse affermando che non sono suffragate da dati specifici. Ghouta orientale è una delle quattro zone di sicurezza create durante i colloqui di Astana sulla riconciliazione siriana. La Russia, l’Iran e la Turchia fungono da garanti degli accordi di cessate il fuoco che non comprendono però Tahrir al Sham, l’ex fronte al Nusra (legato ad Al Qaeda) e lo Stato islamico. Secondo Mosca, Tahrir al Sham è uno dei gruppi maggioritari nella Ghouta orientale ed è accusato di lanciare continui razzi e colpi di mortaio contro l’ambasciata russa di Damasco.