(di John Blackeye) Il titolo può ingannare in quanto non si ha intenzione di parlare delle cariche della Polizia verificatesi a margine di una manifestazione pacifica tenutasi a piazza del Popolo a Roma, quanto della carica morale e dell’energia personale che ho visto nelle persone che ho incontrato durante questo caldo pomeriggio di mezzo ottobre. Vi erano gruppi di persone pacifiche provenienti da Reggio Emilia, Padova, Mantova, Brescia, Verona, Torino, Milano, Bergamo, Pesaro Ancona, Firenze, Trieste, Bolzano, Modena, Treviso, Rovereto ed Arezzo.
In situazioni come queste è preferibile prendere la Metropolitana così sono sceso alla fermata “Flaminio” e ho imboccato l’uscita in direzione di Piazza del Popolo. La presenza di centinaia di persone comuni che camminano con me nella stessa direzione mi ha suggerito che forse tutta quella gente, fatta di donne, anziani e mamme con i bambini che sul treno della metropolitana chattavano con il telefono o parlavano sorridendo con il compagno di viaggio, avevano uno scopo comune: manifestare oggi contro il “Green Pass” in piazza del Popolo.
Uscito dalla Metro vedo le camionette della Polizia piazzate un po’ ovunque mentre la metropolitana continua a sfornare centinaia di persone normalissime che vanno ad unirsi ad una piazza che è oramai gremita. Dico normalissime perché non si tratta di gente organizzata come quando a manifestare scendono in piazza i sindacati con mille bandiere tutte dello stesso colore. Si tratta di persone che hanno lasciato quello che avevano da fare per manifestare il proprio disappunto contro il green pass e le relative limitazioni.
Mi spingo tra la folla per capire che aria tira e vedo cartelli scritti a mano da gente comune. Mi ha colpito uno di questi che recitava: “è più facile ingannare la gente che convincerla di essere stata ingannata”.
Mi muovo verso il “palco improvvisato” e vedo due gruppi di partecipanti che sventolano i loro gonfaloni raffiguranti la Vergine Maria e di San Michele. Sono presenti anche i movimenti religiosi e capisco che quella piazza eterogenea non è andata lì per fare violenza ma per farsi vedere da un Governo che, come mi dice una signora al mio fianco, fa finta di non vedere il grosso disagio di quasi nove milioni di italiani che hanno deciso di non vaccinarsi.
Mi allontano dalla piazza dove gente vestita bene si è “armata” di fischietto per far sentire la sua protesta ancora più forte e mi sposto sulla gradinata della vicina Chiesa per avere un quadro di situazione ancora più chiaro.
Un rapido sguardo sulla mia destra per osservare un centinaio di giovani universitari che abbracciati, sorridendo e comunque scanzonatamente entrano in piazza per unirsi a quella marea di persone.
Mi siedo vicino ad una donna di mezza età che non ha nessuna intenzione bellicosa e mi dice che non avrebbe mai immaginato di trovarsi in una situazione surreale come quella che sta vivendo: “con uno Stato che ti ricatta dicendoti: o ti vaccini con un siero sperimentale o non lavori”, così sbotta la donna infastidita portando alla bocca il suo fischietto e poi scusandomi con me per il frastuono fatto.
Sulla mia destra si avvicina un’altra signora, molto distinta, con occhiali e borsa sotto il braccio. Sembra uscita per fare shopping in via del Corso ma è lì anche lei. Pure lei non è avvezza alle manifestazioni di piazza ma ha deciso di unirsi a tutti, per dimostrare che non ci stà al ricatto di uno Stato che improvvisamente, da datore di lavoro si trasforma in “nemico”.
Ai piedi della scalinata c’è invece una signora molto anziana. Ha portato con sé delle enormi stampe di fotografie e le ha posate sui gradini accanto a lei. Raffigurano un uomo della sua età, presumibilmente suo marito, con ematomi su tutto il corpo. Se si tratti degli effetti collaterali del vaccino non lo sapremo mai anche perché quando la folla ha iniziato a costiparsi nella piazza, la Signora ha raccolto tutto ed è andata via.
Una mamma con due bambini che le somigliano tantissimo, sale la gradinata e si fa un selfie con i figli ad immortalare una giornata che sino a quel momento ha dato soddisfazione a tutti, non fosse altro perché la partecipazione che è enorme.
A quel punto mi sono incuriosito e ho cercato su google quale fosse la capienza di piazza del Popolo. Viene fuori che la piazza può contenere 65mila persone. Così alzo lo sguardo, do un’occhiata alla piazza e considerando che la gente è straripata nelle vie limitrofe ed è accovacciata anche sui muretti laterali di contenimento come pure su piazzale Flaminio, credo che se non ci sono ottantamila partecipanti, ci manca poco.
Dal “palco improvvisato” – visto che si tratta di una camionetta scoperchiata – stanno parlando a turno, ma contrariamente alla manifestazione in piazza San Giovanni a Roma, pare che gli oratori siano un po’ meno professionali dei loro colleghi che si alternarono sul palco nella mega manifestazione del 25 settembre.
Il messaggio che tanta gente per bene, onesti lavoratori, mamme, bambini e famiglie hanno voluto dare è stato chiaro: no green pass e nessuna limitazione alla libertà personale e nessun limite al diritto di lavorare.
Un ultima battuta me la rivolge una Signora che è venuta a manifestare con il suo cagnolino. Mi guarda e mi dice che il resto degli italiani ha subito il lavaggio del cervello da parte della TV. Non posso nascondere che tutto intorno è partito un applauso improvvisato verso la signora che se ne è andata via soddisfatta avendo dato un senso alla sua presenza in piazza questo sabato pomeriggio.
Gli infiltrati tra la brava gente
La manifestazione sarebbe andata a finire bene se non fosse stato per alcuni facinorosi, meno di un centinaio, che attrezzati con tamburi, bandiere e striscioni, hanno incitato la piazza ad avviare un corteo.Si sono mossi verso piazzale Flaminio e tanta di quella brava gente, anzi una fiumana che non finiva più, ha iniziato a seguirli, convinti che passare davanti ai palazzi del Potere avrebbe reso il messaggio di protesta ancora più forte. Peccato che si trattasse di un tranello, il solito tranello. Infatti a piazza san Giovanni, dal palco, con serietà, dissero subito che la manifestazione non aveva programmato alcun corteo così la miccia si spense prima di far esplodere la bomba.
Ieri, un po’ per la rabbia che tutta quella gente comune covava interiormente a causa dell’impossibilità di recarsi a lavoro liberamente a partire dal 15 ottobre, migliaia di persone si sono lasciate coinvolgere. La manifestazione pacifica è rimasta in piazza e pare, da come riporta oggi qualche sito FB, sia stata sfollata dalla polizia con mezzi poco ortodossi. Il resto, fatto di alcune migliaia di quegli ottantamila pervenuti all’incontro, hanno seguito ingenuamente il corteo che poi si è scontrato con i poveri agenti della Polizia che sicuramente avrebbero voluto passare una domenica serena con le proprie famiglie invece che indossare il casco e le tute anti sommossa.
Sorge però un dubbio legittimo mettendo a premessa che la violenza è sempre deprecabile e che i responsabili andrebbero perseguiti. Se a piazza san Giovanni c’era lo stesso numero di manifestanti e i telegiornali parlarono invece di circa duecento presenti riuniti in protesta, se non ci fossero stati quegli atti estremi di violenza deprecabile, i telegiornali ne avrebbero parlato o anche questi ottantamila si sarebbero miracolosamente trasformati in “alcune centinaia di manifestanti?”
La violenza mai e poi mai, e nessuno tra gli ottantamila presenti è andato in piazza per spaccare tutto. Figuriamoci, ho visto anziani, bambini, mamme e papà assieme a giovani universitari scesi in piazza con onestà e rabbia ma incapaci di fare violenza.
Un piccolo gruppo di facinorosi ha rovinato la giornata a tutti…ma ripropongo la domanda: se non ci fossero stati loro, i telegiornali avrebbero parlato del grande disagio che stanno vivendo nove milioni di italiani che non hanno intenzione di cedere al ricatto di uno Stato?
La procura ha aperto un fascicolo per terrorismo
Indagherà anche un magistrato dell’antiterrorismo sugli scontri avvenuti ieri pomeriggio alla manifestazione No-Vax e no Green pass al centro di Roma: un assedio ai palazzi del potere, manovrato dai gruppi dell’ultradestra pronti ad alzare la tensione e iniettare violenza in piazza a meno di una settimana dall’entrata in vigore dell’obbligo del Green pass sui luoghi di lavoro.
Sono i numeri da bollettino di guerra a rendere ancor più evidente quanto successo a margine della manifestazione no green pass che si è tenuta a di piazza del Popolo. Secondo il bollettino resto noto dalla Questura di Roma sono 38 gli appartenenti alle forze dell’ordine rimasti feriti negli scontri di ieri a Roma. Tra questi un dirigente della questura che ha riportato la frattura di una costola e un operatore della polizia scientifica a cui è stato fratturato uno zigomo. Gravissimo inoltre quanto successo all’ospedale Umerto I, dove un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione nel pronto soccorso per liberare un uomo ricoverato e in stato di fermo di polizia: quattro i feriti tra operatori sanitari e agenti di polizia.
Quanto ai servizi di controllo sono 600 i manifestanti identificati provenienti da diverse parte d’Italia.
Gli arrestati
Sei persone sono state arrestate in fragranza: i reati per cui vengono segnalati sono numerosi, fra i quali, danneggiamento aggravato, devastazione e saccheggio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Sono in corso ulteriori attività di indagine e di verifica dei filmati registrati dal personale della Polizia Scientifica, al fine di valutare altre condotte penalmente rilevanti per i fatti accaduti.
Al momento sono state tratte in arresto 12 persone fra i quali anche gli storici leader di Forza Nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore, nonché la promotrice della manifestazione Pamela Testa, 39 anni, e Luigi Aronica, 65 anni, “er pantera di Monteverde” ex appartenente ai Nar e già condannato a 18 anni nel 1985 proprio per via della sua militanza nei Nuclei Armati Rivoluzionari. Tra gli arrestati anche il ristoratore Biagio Passaro, leader del movimento ‘IoApro’, presente durante l’assalto alla sede della Cgil a Roma.