La Cina come mediatore per la fine della guerra in Ucraina

di Antonio Adriano Giancane

La Cina sta cercando di porsi come mediatore per porre fine alla guerra in Ucraina, un conflitto che ha destabilizzato la regione e causato una grave crisi umanitaria. Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, durante un incontro a Guangzhou con il suo omologo ucraino, Dmytro Kuleba, ha rinnovato gli appelli di Pechino per una soluzione diplomatica alla guerra. Kuleba ha dichiarato che l’Ucraina è disposta a negoziare quando Mosca mostrerà un reale impegno per una pace giusta. Tuttavia, secondo il Ministero degli Esteri ucraino, al momento manca questa disponibilità da parte russa. Un portavoce del Cremlino ha affermato che Mosca “ha sempre mantenuto la sua apertura al processo negoziale”. Gli sforzi per avviare un dialogo tra Russia e Ucraina sono stati ostacolati durante una guerra che ha messo a rischio la sicurezza dell’Europa e causato shock dei prezzi delle materie prime a livello globale. Diverse nazioni hanno cercato di mediare i colloqui di pace.

La Cina, pur mantenendo una posizione ufficiale di neutralità, è stata un partner chiave per la Russia, aiutandola a superare le sanzioni economiche occidentali. Pechino ha acquistato grandi quantità di petrolio e gas russo, fornendo beni di consumo in cambio. Certo è quindi che la Cina ha rivestito un ruolo fondamentale beneficiando in diversi modi da questa situazione complessa e drammatica.

Dal punto di vista economico, la Cina ha avuto accesso a risorse a prezzi scontati. Le sanzioni internazionali imposte alla Russia hanno portato molte nazioni occidentali a ridurre o cessare l’acquisto di risorse energetiche e materie prime russe. Questo ha permesso alla Cina di negoziare prezzi più vantaggiosi per il petrolio, il gas naturale e altre risorse, garantendo forniture a prezzi scontati e diversificando le proprie fonti di approvvigionamento energetico. Inoltre, le sanzioni occidentali hanno limitato l’accesso della Russia a vari beni e tecnologie, e la Cina ha colmato parte di questo vuoto, incrementando le esportazioni di beni di consumo, apparecchiature industriali e tecnologia verso la Russia. Questo ha contribuito a rafforzare i legami economici tra i due paesi e a sostenere l’economia cinese.

Dal punto di vista geopolitico, la guerra ha avvicinato ulteriormente la Cina e la Russia. Di fronte all’isolamento internazionale, Mosca ha cercato il sostegno di Pechino, consolidando una partnership strategica che offre alla Cina maggiore influenza sulla scena globale. Questo rafforzamento delle relazioni bilaterali consente a Pechino di avere un alleato potente nella sua sfida all’ordine internazionale dominato dall’Occidente. Inoltre, l’attenzione dell’Occidente, in particolare degli Stati Uniti e dell’Europa, è stata notevolmente concentrata sulla crisi ucraina, permettendo alla Cina di agire con maggiore libertà su altre questioni regionali, come il rafforzamento della propria posizione nel Mar Cinese Meridionale e la gestione della situazione a Taiwan, senza un’immediata e intensa pressione internazionale.

Dal punto di vista strategico, la guerra in Ucraina ha spinto molte nazioni a rivedere le loro dipendenze commerciali, in particolare dall’energia russa. La Cina, con la sua economia robusta e la capacità di fornire una vasta gamma di beni, si è posizionata come un partner commerciale alternativo per molti paesi, rafforzando così la propria posizione nelle catene di approvvigionamento globali. Inoltre, la crisi ha offerto alla Cina l’opportunità di presentarsi come un mediatore e un attore responsabile sulla scena internazionale. Questo ha migliorato la sua posizione e influenza in organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, dove Pechino ha potuto esercitare un ruolo più prominente nella definizione delle politiche globali.

Determinare quindi se la Cina sia un vero mediatore per la pace tra Ucraina e Russia dipende in gran parte dalla prospettiva e dall’interpretazione delle sue azioni e intenzioni. Mentre da un lato Pechino ha mostrato impegno diplomatico e interesse per la stabilità, dall’altro, i suoi stretti legami con Mosca e la mancanza di azioni concrete possono sollevare dubbi sulla sua imparzialità.

Tuttavia, la mediazione cinese appare di fondamentale importanza per la risoluzione della guerra tra Russia e Ucraina. La Cina, con la sua posizione influente e i forti legami economici e diplomatici con la Russia, è decisamente in una posizione unica per spingere le parti a un dialogo costruttivo. Il coinvolgimento di Pechino potrebbe offrire importanti opportunità per superare l’impasse attuale, trovandosi nella posizione privilegiata di esercitare pressioni su Mosca per impegnarsi seriamente nei negoziati.

Inoltre, la Cina può contribuire a garantire che eventuali accordi siano bilanciati e sostenibili, promuovendo una soluzione che tenga conto delle esigenze di sicurezza di entrambe le parti. La partecipazione attiva della Cina nella mediazione potrebbe anche migliorare la sua immagine internazionale, dimostrando il suo impegno per la pace globale e la stabilità. In un contesto di instabilità economica globale e rischi per la sicurezza europea, una mediazione efficace da parte della Cina potrebbe essere decisiva per porre fine al conflitto e avviare un processo di ricostruzione e riconciliazione.

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