Il governo olandese ha accusato la Cina di gestire uffici di polizia “illegali” senza licenza nei Paesi Bassi. Le strutture sarebbero state utilizzate per fare pressione sui cittadini cinesi nel Paese.
L’emittente olandese RTL News ha riferito ieri che gli uffici “amministrativi” ad Amsterdam e Rotterdam, istituiti per aiutare i cittadini cinesi per l’ottenimento di documenti ufficiali, sono stati utilizzati anche per rintracciare e minacciare i dissidenti, critici del governo di Pechino.
“Stiamo indagando su cosa sta succedendo nei centri e, quando avremo maggiori informazioni al riguardo, potremo determinare l’azione più appropriata“, ha detto ieri il portavoce del ministero degli Affari esteri olandese Maxime Hovenkamp che ha poi aggiunto: “Il governo cinese non ci ha mai informato dei centri attraverso i regolari canali diplomatici, il che li rende illegali“.
Il ministero degli Esteri cinese ha affermato che l’accusa di gestire uffici di polizia illegali nei Paesi Bassi è “semplicemente falsa” e che le strutture sono solo “centri di servizi cinesi d’oltremare”. “Le autorità di pubblica sicurezza cinesi sono pienamente impegnate a combattere i crimini transnazionali in conformità con la legge, osservando rigorosamente il diritto internazionale e rispettando pienamente la sovranità giudiziaria di altri Paesi”, ha affermato il portavoce del ministero cinese Wang Wenbin.
L’indagine olandese ha preso le mosse dal rapporto ‘Chinese Transnational Policing Gone Wild‘ dell’Ong spagnola Safeguard Defenders, secondo cui gli uffici di pubblica sicurezza di due province cinesi – Fuzhou e Qingtian – hanno istituito 54 «stazioni di servizio di polizia d’oltremare» in 21 Paesi nei cinque continenti. La maggior parte di queste sarebbero in Europa, fra cui nove in Spagna e quattro in Italia. La Ong ha riferito a settembre scorso che gli uffici di polizia oltreconfine facevano parte della campagna cinese “persuadere a tornare” per far rimpatriare criminali e obiettivi politici dissidenti. I centri sarebberao stati coinvolti in “operazioni di polizia su suolo straniero”.
Gli uffici di polizia olandesi sono stati istituiti nel 2018, ha affermato RTL News. Il rapporto dell’emittente televisiva include la testimonianza del dissidente cinese WangJingyu, che vive nei Paesi Bassi il quale ha affermato che funzionari dell’ufficio cinese di Rotterdam lo avevano “esortato” a tornare subito in Cina.
Un recente documento preparato per gli Stati membri dell’Ue dal servizio estero ha suggerito che si dovrebbe rafforzare la difesa totale nei confronti della Cina in tutti gli ambiti. Non bisogna lasciare nulla al caso, suggerisce il documento.
Il ministro degli Esteri olandese Wopke Hoekstra ha dichiarato: “C’è un crescente realismo nel dialogo con la Cina. Ora è il momento di lasciarci alle spalle l’ingenuità“.
Sara Bessi su la Nazione tratta il problema in riferimento ai 4 centri cinesi in Italia
A Prato il centro di polizia cinese è una semplice stanza e i cittadini cinesi che la gestiscono non forniscono informazioni agli italiani. Altri uffici simili sono stati rilevati a Roma, Milano e Firenze, città dove vi è la più alta concentrazione di cinesi in Italia.
Secondo il rapporto della Ong spagnola, tra aprile 2021 e luglio 2022, la polizia cinese avrebbe «persuaso» 230.000 persone, ricercate dalle autorità di Pechino, a tornare in Cina. Lo sportello di Prato si chiama ‘Fuzhou Police Overseas Service Station‘ e a gestirlo dalla fine di marzo è l’Associazione culturale della comunità cinese di Fujian in Italia, formata da civili. La questura di Prato, interpellata da la Nazione ha fatto sapere che al momento non ci sono indagini in corso e che non ci sono state evoluzioni in più rispetto a quanto emerso due mesi fa.