Il pragmatismo cinese: mantenere legami con Mosca, consolidare la propria posizione in Europa e promuovere un’immagine di potenza responsabile, mentre Trump intensifica la guerra commerciale con nuovi dazi. Pechino risponde con una diplomazia economica sofisticata, cercando di avvicinare l’Europa, sfruttando sapientemente le incertezze occidentali.
di Emanuela Ricci.
La Cina sta valutando la possibilità di inviare forze di peacekeeping in Ucraina, un’ipotesi che potrebbe rappresentare una svolta nell’equilibrio geopolitico del conflitto. Secondo fonti diplomatiche europee citate dal Welt am Sonntag, Pechino starebbe sondando il terreno per un suo coinvolgimento, sebbene non nell’ambito della “coalizione dei volenterosi” lanciata dal presidente francese Emmanuel Macron. Questa mossa si inserisce in un più ampio gioco diplomatico con obiettivi molteplici: mantenere relazioni stabili con Mosca, evitare un’eccessiva dipendenza da Washington da parte dell’Europa e posizionarsi come attore chiave nella futura ricostruzione dell’Ucraina.
Giovedì 27 marzo si terrà a Parigi un vertice della “coalizione dei volenterosi”, promosso da Macron per discutere l’invio di truppe internazionali in Ucraina e rafforzare il sostegno a Kiev. La premier italiana Giorgia Meloni sarà presente, mentre la Cina non parteciperà ufficialmente. Tuttavia, Pechino non esclude un’azione parallela che potrebbe aumentare le possibilità di accettazione da parte della Russia.
Zhou Bo, ex ufficiale dell’esercito cinese, ha dichiarato che Pechino potrebbe essere disponibile a intervenire con una missione di peacekeeping se richiesto, sottolineando che la Russia difficilmente accetterebbe la presenza di forze NATO sul proprio confine. La Cina potrebbe quindi proporsi come alternativa, coinvolgendo eventualmente anche Paesi del Sud globale.
La strategia economica cinese: un vertice con i colossi dell’industria
Parallelamente al tema ucraino, Pechino sta cercando di consolidare la propria influenza economica attraverso un vertice strategico con super-manager e investitori globali. Secondo il Financial Times, il presidente Xi Jinping ha invitato a Pechino figure di spicco del mondo economico, tra cui gli amministratori delegati di Blackstone, Pfizer, Qualcomm, Aramco e altri giganti occidentali.
L’obiettivo è duplice: contrastare le politiche protezionistiche degli Stati Uniti, rafforzando un’alleanza economica con l’Europa, e stabilizzare i flussi di investimento esteri. La Cina spera di ottenere il sostegno di questi leader aziendali contro l’ondata di dazi imposti da Washington, sottolineando il proprio ruolo di difensore del libero scambio.
Un ulteriore tassello della strategia cinese riguarda il rafforzamento dei rapporti con Giappone e Corea del Sud. Il ministro degli Esteri Wang Yi ha annunciato la rimozione di una serie di restrizioni sulle importazioni di prodotti giapponesi e sudcoreani, in un apparente tentativo di ridurre l’influenza statunitense nella regione. Questo approccio potrebbe replicarsi anche con l’Europa, mirando a rendere Pechino un partner più attraente rispetto agli USA.
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