La Federal Reserve, la Banca Centrale americana, ha rialzato i tassi di interesse di un quarto di punto: si tratta del secondo aumento quest’anno, dopo quello deciso a marzo. La manovra sarà più aggressiva, sia per il 2018 sia per il 2019, a causa di una “notevole” crescita economica.
I tassi di interesse vengono così portati in un range che va dall’1,75 al 2% ma si prevede che vengano portati al 2,4% entro fine anno. In altri termini, ci saranno quattro rialzi in tutto per il 2018 e altrettanti ci dovrebbero essere nel 2019. La decisione della Fed è stata presa per sostenere l’economia in crescita ad un ritmo sostenibile senza aumentare l’inflazione. Ma Wall Street ha reagito negativamente e tutti e tre gli indici principali ossia il Dow Jones, il Nasdaq e lo S&P 500, hanno virato in negativo subito dopo l’annuncio fatto a Washington mostrando poi un andamento a singhiozzo.
Il presidente della Fed Jerome Powell ha poi annunciato che, invece che quattro volte l’anno come ora previsto, terrà una conferenza stampa ogni volta che il Comitato si riunirà per offrire “maggiori per spiegare le manovre finanziarie. Ci saranno “ulteriori aumenti graduali” dei tassi, si legge nella nota diramata al termine della riunione. Interventi che “saranno coerenti con un’espansione sostenuta dell’attività economica, con le buone condizioni del mercato del lavoro e con un tasso di inflazione vicino all’obiettivo simmetrico del 2% nel medio termine”. Per quest’anno, la Fed stima che l’inflazione si fermerà al 2,1%, anzichè all’1,9 percento, mantenendosi a quel livello fino al 2020. E, comunque, ha fatto sapere Powell che se dovesse salire molto oltre il 2% “non agiremo più in questa direzione”. Sono state inoltre riviste al rialzo le previsioni di crescita: il Pil Usa nel 2018 crescerà del 2,8% anzichè del 2,7%, ma restano invariate le stime al 2,4% nel 2019 e al 2% nel 2020. Si prevede inoltre che la disoccupazione cali ulteriormente, per il 2018 al 3,6%,nel 2019 e 20120 al 3,5%.
Powell ha negato preoccupazioni per le tensioni tra gli Usa e i partner commerciali. Preoccupazioni espresse, invece, dalle imprese commerciali Usa.