Ieri il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dovuto lasciare prima il vertice del G7 in Giappone per rientrare in Italia per via dell’emergenza in Emilia Romagna. Meloni ha precisato, durante la conferenza stampa, che occorre lavorare bene e subito per inserire i provvedimenti a supporto dei cittadini e delle aziende romagnole già dal prossimo Consiglio dei ministri. Dopo aver citato gli argomenti trattati al G7 che vanno dalla coercizione econimica cinese ai cambiamenti climatici, dall’intelligenza artificiale ai paesi a sud del globo, ha parlato del sostegno italiano a 360 gradi a supporto dell’Ucraina.
Meloni nel suo breve intervento di commiato ha detto che il prossimo anno il G7 a presidenza italiana (a metà giugno e dopo le elezioni europee) si terrà in Puglia. Ha poi evidenziato che “dopo anni nel dibattito in seno al G7 il tema dei fenomeni migratori, del traffico di esseri umani, dell’Africa e della Tunisia, sarà citato nel documento. Un grande tema che l’Italia conosce meglio di tutti gli altri e che pone a 36o gradi“.
Sulla contorversa questione della Belt & Road Initiative cinese, il premier italiano ha stigmatizatto di “aver tempo per prendere una decisione, il memorandum si rinnova automaticamente a marzo e la scelta va fatta con tutti gli attori in campo: il Parlamento e alcuni organismi del Parlamento. L’Italia è l’unica nazione del G7 ad aver sottoscritto il memorandum ma non è l’unico Paese europeo ad avere rapporti stretti con la Cina».
Il premier italiano ha precorso i tempi affermando che l’Italia pur non possedendo jet F-16 potrebbe far parte lo stesso della coalizione addestrando in Italia i piloti ucraini: “anche se una decisione ancora non è stata presa, il nostro Paese potrebbe partecipare all’addestramento di piloti ucraini“.
Anche se non è una conferma ufficiale si pensa che la risposta italiana possa arrivare nelle prossime ore. Nel frattempo tra i paesi che hanno già dato la loro disponibilità ad addestrare i piloti ucraini la Francia ha sollevato preoccupazione per le possibili barriere linguistiche, emerge da fonti dell’Eliseo che precisano che i corsi sono totalmente in francese.
Sulla questione dell’addestramento dei piloti ucraini e delle limitazioni delle scuole francesi in Italia esiste un’eccellenza mondiale che non teme il limite della lingua utilizzata per i percorsi formativi. Inaugurata il 13 novembre scorso presso l’aeroporto militare di Decimomannu (CA) in Sardegna esiste l’International Flight Training School (IFTS). Una prova pratica del successo della sinergia tra Difesa e privato, Aeronautica Militare e Leonardo, a favore del sistema Paese.
L’International Flight Training School (IFTS), è scritto sul sito dell’Aeronautica militare italiana, è un’eccellenza di valore internazionale, punto di riferimento per l’addestramento avanzato dei piloti militari delle aeronautiche di tutto il mondo che volano su caccia di prima linea, come i velivoli Eurofighter Typhoon o gli F-35.
Il nuovo campus di Decimomannu è in fase di finalizzazione e potrà contare su infrastrutture dedicate: alloggi per l’ospitalità degli allievi piloti e del personale della scuola, un nuovo centro logistico e di manutenzione, un hangar, una linea volo per i velivoli T-346A e di una struttura destinata al Ground Based Training System (GBTS), in cui sono ospitati i sistemi di simulazione di terra di ultima generazione, e che si sviluppa su una superficie complessiva di 130.000 mq pari a 18 campi di calcio.
Quello dell’IFTS rappresenta, di fatto, un nuovo modello di formazione e addestramento che fa leva sull’expertise, sulla competenza e le più che consolidate tradizioni dell’Aeronautica Militare nel settore dell’addestramento al volo militare e sull’eccellenza tecnologica di Leonardo. Con l’avvio dei primi corsi, già a partire dal mese di luglio 2022, hanno già scelto l’IFTS italiana per i propri piloti le forze aeree di Qatar, Giappone, Germania, Inghilterra e Singapore.