La Francia ha consigliato, con una comunicazione del 20 agosto diretta ai suoi diplomatici e ai funzionari del ministero degli Esteri, di posticipare indefinitamente tutti i viaggi non essenziali verso l’Iran, facendo riferimento a un attacco sventato a una manifestazione – tenuta da un gruppo di opposizione iraniano in esilio vicino a Parigi a cui avrebbe partecipato anche l’avvocato di Trump, Rudy Giuliani, come segno della posizione più aggressiva di Teheran nei confronti della Francia – e all’irrigidimento dell’atteggiamento di Teheran nei confronti della Francia.
La nota, scritta da Maurice Gourdault-Montagne, segretario generale del ministero degli esteri, riporta : “il comportamento delle autorità iraniane suggerisce un irrigidimento della loro posizione nei confronti del nostro paese, così come alcuni dei nostri alleati“[…]”Dati i noti rischi per la sicurezza … tutti i funzionari del dipartimento, sia dalla sede centrale che all’estero (oltremare), sono tenuti a rinviare fino a nuovo ordine, eccetto per lavori urgenti, qualsiasi piano di viaggio in Iran“.
Qualsiasi irrigidimento nei rapporti con la Francia potrebbe avere implicazioni più ampie per l’Iran. La Francia è stata uno dei più forti sostenitori del salvataggio dell’accordo nucleare del 2015 tra l’Iran e le potenze occidentali che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ritirato a maggio scorso.
L’economia iraniana è stata tartassata dalle reimposizione delle sanzioni statunitensi che erano state abolite dall’accordo. I Paesi europei, inclusa la Francia, si sono impegnati a cercare di attenuare il colpo economico, ma finora, non sono stati in grado di persuadere le loro imprese a sfidare Washington e rimanere in Iran.
La Total, principale compagnia petrolifera francese, e i suoi gruppi automobilistici PSA e Renault, timorosi della portata extraterritoriale delle sanzioni di Washington, hanno previsto l’esodo di compagnie europee dall’Iran.
La nota sottolinea come la fiducia di Parigi nei confronti del governo di Teheran è venuta meno. Le relazioni tra i 2 paesi sono sempre più tese, anche se il presidente Emmanuel Macron parla di preservare l’accordo nucleare.
L’Iran ha detto di non avere nulla a che fare con il presunto attacco sventato alla riunione del Consiglio nazionale della Resistenza Iraniana (NCRI) del 30 giugno. I funzionari francesi non hanno commentato la questione, ma fonti diplomatiche hanno detto che se fosse dimostrato il coinvolgimento dell’Iran, sarebbe difficile per la Francia non reagire con forza.
Da quando ha ritirato l’accordo nucleare, Trump ha espresso la disponibilità di negoziare un nuovo accordo, avvertendo al contempo Teheran delle terribili conseguenze cui potrebbe andare incontro in caso di minacce contro gli Stati Uniti.
È stato Macron a guidare I tentativi per persuadere Trump nel rispettare l’accordo, sostenendo che era il mezzo migliore con cui le potenze occidentali dovevano controllare le attività nucleari dell’Iran.
Lunedì Rouhani ha anche invitato i restanti firmatari dell’accordo nucleare ad intervenire per salvarlo.
Macron ha ribadito l’impegno della Francia a mantenere l’accordo, ma i leader europei sono apparsi impotenti nell’impedire che le sanzioni statunitensi colpissero l’economia dell’Iran.
Il memorandum del ministero ha sottolineato che qualsiasi membro dello staff, recatosi in Iran per motivi personali non sarebbe stato protetto dall’immunità diplomatica, seppur in possesso di un passaporto diplomatico.