La Georgia tra Europa e Russia

di Aniello Fasano

Nonostante le forti proteste popolari, il parlamento del Paese caucasico qualche settimana fa ha  approvato la cosiddetta “foreign agents law”, la legge che impone alle organizzazioni non governative e ai media finanziati per oltre il 20% dall’estero, di registrarsi come rappresentanti “di interessi di una potenza straniera”. La norma, che quindi entra formalmente in vigore, è stata contestata da grandi manifestazioni di piazza ed è valsa alla Georgia un ammonimento da parte europea, rispetto a possibili complicazioni nel cammino di integrazione verso l’UE, oltre che critiche dagli Stati Uniti. Ma il governo del paese caucasico ha tirato dritto, limitandosi a riformulare in “influenza straniera” il riferimento iniziale ad “agenti stranieri”, dicitura usata nella versione russa. Chiaramente i georgiani filo-europei, che rappresentano più dell’80% della popolazione, si sono fortemente allarmati. Già a maggio, gli amici occidentali della Georgia avevano avvertito che una legge del genere avrebbe fatto deragliare le ambizioni di Tbilisi di entrare nell’UE e nella NATO, suscitando forti proteste di piazza.

Le conseguenze dell’applicazione della legge non si sono fatte attendere e mentre l’UE il 25 giugno ha avviato formalmente i colloqui per l’adesione con Ucraina e Moldavia, da quei colloqui manca proprio la Georgia. La settimana scorsa, l’ambasciatore dell’UE a Tbilisi ha dichiarato esplicitamente che “il tentativo della Georgia di aderire all’UE è stato praticamente congelato a causa della legge”. Nel frattempo, alti funzionari russi hanno elogiato la legge e incolpato l’Occidente per essersi intromesso negli affari della Georgia.

E mentre Moldavia e Ucraina festeggiano la prospettiva di adesione all’Europa, la situazione per la Georgia sembra complicarsi, se non arrestarsi del tutto.

La Georgia ottenne lo status di paese candidato all’adesione all’UE nel dicembre 2023. L’UE e la Georgia cooperano da anni per rafforzare le relazioni politiche ed economiche, anche attraverso il partenariato orientale. L’adesione fu vincolata all’attuazione, da parte del paese, delle misure pertinenti contenute in una raccomandazione della Commissione.

Oggi la situazione sembra completamente cambiata e il Consiglio europeo del 27 giugno 2024 ha espresso profonda preoccupazione per i recenti sviluppi politici nel Paese, in particolare a seguito dell’adozione della legge sulla trasparenza dell’influenza straniera. La legge rappresenta chiaramente un passo indietro rispetto alle misure indicate nella raccomandazione della Commissione sullo status di paese candidato, di fatto portando a un arresto del processo di adesione. I leader europei hanno invitato le autorità georgiane a chiarire le loro intenzioni invertendo l’attuale linea d’azione e a garantire che le elezioni parlamentari del prossimo autunno siano libere ed eque.

Come afferma Luke Coffey sul quotidiano Politico “la speranza della Giorgia è rappresentata dalla sua storia, dal suo popolo, dalla caparbietà di scendere in piazza per mesi ogni volta che il suo percorso euro-atlantico viene messo in discussione. É fondamentale comprendere la storia del paese, con due temi chiari intrecciati ovunque: il primo è che il futuro della Georgia si trova in Europa, poiché il suo passato è radicato nella civiltà occidentale. Il secondo è che la Georgia non potrà mai fidarsi della Russia”. E data la loro identificazione con i valori europei, i georgiani sono molto sospettosi nei confronti dell’ingerenza russa.

Oggi, la ragione ovvia di ciò è l’invasione russa del 2008 e la sua continua occupazione militare del 20% del territorio riconosciuto a livello internazionale con  l’Abcasia e l’Ossezia del Sud.

I georgiani di mezza età che ora protestano per le strade sono abbastanza grandi da ricordare com’era la vita sotto il dominio sovietico, e non vogliono tornare indietro. I manifestanti più giovani non conoscono altro che la prospettiva occidentale della Georgia e vogliono restare su questa strada. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che “l’enorme desiderio della Georgia di entrare nel blocco dei 27 è la spinta più forte verso l’integrazione europea”.

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