La gestione dei rifiuti speciali: da problema a opportunità

(Marco Sperandio) Lavorando nel Gruppo Green HoldingS.p.A. e in alcune società controllate, tra le quali Ambienthesis S.p.A., voglio porre l’accento sul trattamento dei rifiuti speciali, uno dei nodi più importanti nel Sistema di gestione dei rifiuti.

Con questi intendiamo i rifiuti risultato delle attività produttive, commerciali e di servizio quali l’edilizia,  l’industria, l’agricoltura, i fanghi della depurazione, le scorie da incenerimento, i resti delle auto demolite e così via, per una quantità di materiale quattro volte superiore di quella dei rifiuti urbani.

Si stimano infatti intorno alle 135 milioni di tonnellate generate, a fronte delle 30 milioni di tonnellate dei rifiuti urbani, dei quali la parte di rifiuti non pericolosi è di 125 milioni di tonnellate (93% del totale), mentre quelli pericolosi poco meno di 10 milioni[1].

In questo insieme, i rifiuti provenienti dal settore delle costruzioni e demolizioni rappresentano il 40,6% del totale, seguiti da quelli prodotti dalle attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento (27,2%) e dal settore manifatturiero (20,7%)[2]. Di questi, si evince, riusciamo a recuperarne soltanto un 65%, che diventa energia sotto forma di sostanze inorganiche.

Purtroppo sul territorio c’è ancora un atteggiamento conservativo nei confronti dell’apertura di nuovi impianti, naturalmente a norma ed ecosostenibili, quando invece si registra un aumento della produzione di rifiuti pericolosi (+500.000 tonnellate, pari ad un +5,6% su base annua, mentre i rifiuti normali aumentano dell’1,7%[3]) che impone la previsione di un loro trattamento e gestione.

Un’ottimizzazione del sistema di riciclo consentirebbe, infatti, di reimmettere materiali nei cicli produttivi riducendo al contempo il ricorso allo smaltimento, in particolare a quello in discarica, il tutto seguendo le linee Europee sull’economia circolare.

Secondo il Rapporto 2018 sui rifiuti speciali presentato dall’Ispra, l’Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale, l’Italia è il Paese del continente che porta a termine più raccolta differenziata di tutti. Tra le virtù del nostro Paese vi è sicuramente la sua base produttiva per il riciclaggio di tutti i materiali, dove, infatti, oltre il 50% dei rifiuti urbani e il 65% dei rifiuti speciali è riciclato perseguendo il modello etico-operativo imposto dalla Normativa.

La performance può essere ottimizzata ulteriormente, quindi, investendo su uno sviluppo quali-quantitativo del riciclaggio, anche attraverso la definizione di criteri end-of-waste, per esempio per i rifiuti da costruzione e demolizione, e soprattutto aiutando e incentivando tutti quegli attori sociali, in primis le aziende, che operano in questi ambiti secondo i criteri della trasparenza, dell’impatto 0, dell’ecosostenbilità e del rispetto delle forme di vita che popolano i vari territori.

Con la speranza che si riacquisti sul territorio la fiducia nelle istituzioni, spesso carente, attraverso percorsi di partecipazione e dibattito pubblico che deve per forza di cose vedere coinvolti tutti gli attori sociali impegnati in questo Sistema di gestione.

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