La giunta militare del Niger chiede aiuto alla Wagner. I militari italiani iniziano a rientrare in Patria

(di Massimiliano D’Elia) Temevamo e per certi versi scongiuravamo un intervento diretto negli affari del Niger della compagnia privata di mercenari russi Wagner. A quanto pare però la Wagner e di converso la Russia starebbero tramando per incendiare il Sahel. La sicurezza e la spavalderia della giunta militare nigerina ne sono la prova.

Dopo il golpe del 26 luglio scorso la giunta militare guidata dal generale Tchiani non ha mai mostrato segni di cedimento nonostante l’aut aut dell’Ecowas – comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale – che, tra l’altro, scade proprio oggi. Non solo Ecowas ma anche Francia, Ue e Stati Uniti hanno dichiarato che non ci sono soluzioni alternative al ritorno della democrazia in Niger. Dichiarazioni che non hanno mai fatto trapelare l’idea di un possibile intervento e coinvolgimento militare occidentale. Solo la Francia, tramite il suo ministro degli esteri, ha detto si essere pronta a fornire mezzi ed intelligence a favore della coalizione dell’Ecowas.

Nonostante tali avvertimenti la giunta militare non indietreggia, anzi rilancia con la richiesta di aiuto fatta proprio alla Wagner.

La richiesta sarebbe avvenuta ieri da parte del generale Salifou Mody, durante una visita in Mali. Il generale Tchiani ha giocato così il suo ultimo asso nella manica, coinvolgere direttamente la compagnia Wagner negli affari interni del Niger. Una prassi ormai consolidata anche da altri paesi del Sahel (Burkina Faso, Mali e Guinea) che vedono al potere altre giunte militari a seguito di golpe effettuati a partire dal 2020 e con un comune denominatore: la Wagner.

I militari nigerini sono pronti a combattere, così nei vari proclami a mezzo social: “Abbiamo predisposto risorse, modo e momento in cui dispiegheremo le forze“.

Ci sono però flebili tenativi di evitare il conflitto armato. Il presidente della Nigeria, Bola Tinubu, che guida la comunità dell’Africa occidentale, ieri sera ha respinto l’idea di inviare truppe oltre frontiera, invitando a perseguire la strada della diplomazia. Tinubu potrebbe comunque schierare immediatamente i soldati chiedendo l’autorizzazione alla camera alta per rischio imminente o pericolo per la sicurezza dello Stato.

Gli unici due paesi dell’area rimasti nell’alveo del solco della democrazia sono Nigeria e Senegal perchè Burkina Faso e Mali hanno già offerto il loro supporto incondizionato ai golpisti nigerini. La Nigeria può contare su 135 mila soldati, il Niger appena su 10 mila militari ma può far leva sulla popolazione che, secondo le ultime informazioni, appoggerebbe in massa la giunta militare. Il generale Tchiani ha chiesto proprio ai cittadini di istituire ronde per pattugliare le strade della capitale e colpire le spie straniere.

A livello regionale il Ciad e l’Algeria hanno dichiarato che non agiranno militarmente e non chiuderanno i confini, il presidente algerino Tebboune ha condannato l’uso della forza.

Nel frattempo i capi di Stato maggiore dei Paesi dell’Ecowas hanno già definito i contorni di un possibile intervento militare nel Niger. A dichiararlo il Commissario per gli Affari politici e la sicurezza del blocco regionale, Abdel-Fatau Musah. “Tutti gli elementi di un possibile intervento sono stati elaborati in questa riunione, comprese le risorse necessarie, ma anche come e quando dispiegheremo la forza”, ha dichiarato il Commissario.

contorni del piano di intervento militare rimangono ovviamente segreti, ma i portavoce dell’Ecowas avrebbero già anche fissato le date e le modalità di un possibile intervento in Niger.

I militari stranieri rientrano in Patria

In Niger vi è anche un contingente occidentale composto da oltre 2900 militari di cui 1500 francesi, 1100 americani e 350 italiani. Per comprendere che la situazione potrebbe degenerare di ora in ora è eloquente il disimpegno dei contigenti stranieri che, a piccoli gruppi, sta rientrando a casa. Un’evacuazione di massa non è consigliabile perchè sancirebbe l’inizio del conflitto lasciando il Paese in mano alla sola giunta militare e al suo destino.

E’ decollato, ieri sera, da Niamey per Pratica di Mare un volo dell’Aeronautica Militare (Boieing KC-767) con 65 militari del contingente italiano e 10 americani. A darne la notizia direttamente il ministro della Difesa, Guido Crosetto sul suo profilo twitter. La prossima settimana, precisa Crosetto, sono pianificati ulteriori voli di rientro dal Niger. Ad oggi rimangono a Niamey circa 250 militari italiani. Per la prossima settimana sono stati pianificati ulteriori voli.

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