di Redazione
La guardia costiera cinese ha abbordato l’altro ieri una nave turistica taiwanese vicino all’isola di Kinmen, controllata da Taipei. La preoccupazione di Taipei è che Pechino possa approfittare di un incidente avvenuto la scorsa settimana per cercare di stabilire il pieno controllo delle acque vicine alla costa cinese.
L’abbordaggio e l’ispezione poi eseguita sull’imbarcazione alimenta le tensioni scaturite dal naufragio, lo scorso giovedì, di due cittadini cinesi il cui motoscafo si è capovolto mentre una nave della guardia costiera taiwanese li stava inseguendo fuori da un’area vicino alle installazioni militari di Taiwan.
La guardia costiera di Taiwan ha difeso il proprio inseguimento della nave cinese, affermando che la barca aveva violato le acque vicine a Kinmen, dichiarata sotto la competenza di Taipei.
Nel fine settimana Pechino ha accusato il partito al potere a Taiwan, il Partito Progressista Democratico, di aver autorizzato ispezioni “forzate” sulle barche cinesi. “I pescatori di entrambe le sponde dello Stretto di Taiwan operano nei tradizionali luoghi di pesca fin dall’antichità, e non esistono acque proibite o sogggette a restrizione’“, ha detto l’Ufficio degli Affari di Taiwan del governo cinese.
La guardia costiera cinese ha annunciato domenica scorsa che avrebbe intensificato l’applicazione della legge con pattugliamenti regolari nelle acque al largo di Xiamen, una città cinese a meno di 10 km da Kinmen.
L’Amministrazione della Guardia Costiera di Taiwan ha dichiarato, infatti, che sei ufficiali della guardia costiera cinese hanno abbordato una nave turistica da Kinmen con 23 passeggeri effettuando ispezioni generiche sui documenti dell’imbarcazione e sulla rotta pianificata.
“Chiediamo alla parte continentale di attenersi alla pace e alla ragione“, ha detto l’amministrazione taiwanese.
Il ministero della difesa di Taipei ha anche riferito di aver individuato 17 aerei militari cinesi che operavano nell’area dello Stretto di Taiwan per tre ore a partire dalle 16:00 di ieri, di cui 11 hanno oltrepassato la linea mediana, una linea di divisione immaginaria, non ufficiale che entrambe le parti hanno rispettato in passato ma che Pechino ha frequentemente ignorato negli ultimi anni.
Gli eventi delle ultime ore ricordano la fragile situazione di sicurezza intorno a Kinmen, che, insieme alle isole di Matsu controllate da Taipei, è stata bombardata dalla Cina negli anni ’50. L’unico conflitto militare diretto tra le due parti dopo che il governo nazionalista fuggì a Taiwan nel 1949.
Gli incidenti mettono anche in evidenza il rischio che la Cina possa aumentare la pressione su Taipei dopo che il DPP ha vinto per la terza volta le elezioni presidenziali con il canditato Lai Ching-te.
La Cina, che rivendica Taiwan come parte del suo territorio contesta apertamente la posizione del DPP che ritiene Taiwan un paese sovrano indipendente. Gli ufficiali del governo taiwanese sono preoccupati sull’attività cinese di frammentare interventi con periodicità al fine di cambiare in maniera progressiva dello status quo.
Ad esempio lo hanno fatto cancellando la citata linea mediana, dichiarando che nello Stretto di Taiwan non esistono acque internazionali. Circa 150.000 persone che vivono a Kinmen e Matsu si affidano al trasporto marittimo da Taiwan per la maggior parte dei beni e del turismo, ma ricevono anche acqua dolce dalla Cina, barattando merci con i pescatori cinesi.
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