La guerra in Ucraina: paralleli storici e il futuro Geopolitico

di Antonio Adriano Giancane

La guerra in Ucraina, scoppiata nel febbraio 2022 con l’invasione russa, ha risvegliato nella memoria collettiva europea i grandi conflitti del passato che hanno visto la Russia come protagonista. In particolare, i tentativi storici di invasione da parte di potenze straniere — come quelli svedesi, francesi e tedeschi — offrono una lente attraverso cui possiamo analizzare la possibile evoluzione della guerra e il ruolo che la Russia potrebbe giocare nell’assetto geopolitico post-bellico. Se la storia insegna qualcosa, è che la Russia, pur non vincendo sempre sul campo, ha dimostrato una straordinaria capacità di resistenza e adattamento. È questa stessa resilienza che potrebbe caratterizzare il futuro della guerra in Ucraina.

Per provare a comprendere come potrebbe concludersi il conflitto in Ucraina, è utile esaminare alcuni dei tentativi storici di invasione della Russia, che hanno messo alla prova la potenza imperiale russa e la sua capacità di sopravvivere e resistere, anche quando sembrava destinata alla sconfitta.

Carlo XII di Svezia (1700). Durante la Grande Guerra del Nord, Carlo XII tentò di invadere la Russia con l’intento di sconfiggere Pietro il Grande e mantenere il controllo sui commerci baltici. Nonostante una brillante vittoria iniziale nella battaglia di Narva, Carlo XII fu sconfitto a Poltava nel 1709, segnando l’inizio della fine per l’impero svedese. La lezione che emergerebbe da questa invasione è che la Russia, pur in difficoltà, ha sempre avuto la capacità di risollevarsi, spesso grazie alla sua vastità territoriale e alle sue risorse umane.

Napoleone Bonaparte (1812). Nel 1812, Napoleone tentò di sottomettere la Russia con la famosa Campagna di Russia, ma si trovò ad affrontare la forza della strategia russa della “terra bruciata” e la resistenza indomita del popolo. Dopo aver invaso Mosca e trovato la città in fiamme, Napoleone dovette ritirarsi, subendo una delle sconfitte più gravi della sua carriera. La ritirata segnò la fine del predominio francese in Europa. Ancora una volta, la resistenza russa non fu totale vittoria militare, ma piuttosto una capacità di “distruggere” l’invasore sul lungo periodo.

Operazione Barbarossa di Hitler (1941). Nel 1941, la Germania nazista lanciò l’Operazione Barbarossa con l’intento di annientare l’Unione Sovietica. Nonostante il successo iniziale, le difficoltà logistiche, il clima e la resistenza sovietica portarono la Wehrmacht alla disfatta. La Battaglia di Stalingrado segnò un punto di svolta decisivo, ma come nel caso di Napoleone, la Germania non riuscì a piegare la Russia, nonostante l’enorme potenza militare.

Questi esempi storici mostrano che, sebbene la Russia abbia spesso subito gravi sconfitte, ha sempre saputo reagire con una forza difensiva che le ha permesso di conservare la sua autonomia, se non la supremazia, nel lungo periodo.

Come nei conflitti passati, la Russia sta affrontando una resistenza ben organizzata, questa volta da parte dell’Ucraina, sostenuta in modo deciso dall’Occidente. Inizialmente, Mosca pensava che il conflitto sarebbe stato rapido, con un’occupazione facile e la sottomissione di Kiev. Tuttavia, la guerra si è rivelata molto più complessa, con l’Ucraina che ha dimostrato una capacità di difesa e resilienza superiore alle aspettative.

Anche la Russia, tuttavia, non è riuscita a ottenere una vittoria schiacciante. Le difficoltà logistiche, le pesanti perdite sul campo e le sanzioni internazionali hanno messo la Russia in una posizione vulnerabile. Tuttavia, nonostante questi ostacoli, non sembra che la Russia stia andando incontro a una sconfitta definitiva.

Se analizziamo la storia e il contesto attuale, possiamo ipotizzare diversi scenari per la conclusione della guerra in Ucraina.

Il primo possibile esito è un accordo negoziato che potrebbe rappresentare una sorta di “vittoria diplomatica” per la Russia. In questo caso, Mosca riuscirebbe a ottenere alcune concessioni territoriali, soprattutto nelle regioni orientali e meridionali dell’Ucraina, senza però arrivare a una conquista totale del paese. Questo scenario rifletterebbe una strategia già adottata in passato dalla Russia, che spesso ha preferito ottenere vantaggi attraverso trattative piuttosto che tramite la pura forza militare.

Un’altra possibilità è quella di una “terra bruciata” in senso moderno: la Russia potrebbe ritirarsi dal conflitto lasciando però un’Ucraina devastata economicamente e socialmente. Un paese fortemente indebolito e instabile potrebbe risultare più vulnerabile a future ingerenze, riducendo di fatto la sua capacità di autodeterminazione e resistenza.

Infine, c’è lo scenario di una “vittoria politica” attraverso il rafforzamento delle alleanze strategiche. Se la guerra si concludesse con un cessate il fuoco favorevole a Mosca, la Russia potrebbe consolidare i suoi legami con potenze come la Cina e l’Iran, contribuendo a ridefinire l’ordine globale in un’ottica meno dominata dall’Occidente. In questo caso, pur senza un successo militare diretto, Mosca riuscirebbe comunque a guadagnare peso geopolitico e a rimanere un attore centrale negli equilibri internazionali.

Tuttavia un fattore importante nella conclusione del conflitto è il ruolo degli Stati Uniti e dell’Europa. Sebbene gli Stati Uniti abbiano sostenuto l’Ucraina con aiuti finanziari e militari, l’Europa, a causa delle sue vulnerabilità economiche e della difficoltà nel trovare un consenso interno, rischia di giocare un ruolo secondario nella definizione del futuro geopolitico. Un esempio recente di questo fenomeno è l’intervento del presidente americano Donald Trump, che ha intrapreso un processo di dialogo con la Russia, escludendo inizialmente l’Europa dalle trattative.

Questo scenario potrebbe portare a una pace forzata, che non tiene conto pienamente degli interessi europei, con potenziali nuove rivendicazioni territoriali in futuro. La storia della Russia e delle sue guerre ci insegna che la fine di un conflitto non è sempre determinata dalla sconfitta sul campo, ma dalla capacità di adattarsi, resistere e negoziare. La guerra in Ucraina, con le sue dinamiche complesse e i suoi attori globali, potrebbe seguire una traiettoria simile a quella dei conflitti storici. In un eventuale scenario di “pace imposta”, la Russia potrebbe uscire dal conflitto non sconfitta, ma con vantaggi geopolitici che consolidano la sua influenza in Europa e nel mondo. Tuttavia, a pagare il prezzo di questa guerra potrebbero essere soprattutto gli ucraini, costretti a vivere sotto la minaccia di nuovi conflitti, in una nazione divisa e vulnerabile.

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