(di Giuseppe Paccione) La storia è l’archivio degli avvenimenti accaduti nel passato, che spesso ci riporta alla mente gli errori già visti durante i conflitti bellici. L’esempio può essere tratto dalla vicenda finlandese, dove il territorio della Finlandia fu oggetto dell’invasione e dell’occupazione ostile da parte dell’Unione Sovietica, a causa del rifiuto del governo di Helsinki di cedere parte dell’istmo di Carelia e di accettare basi navali sovietiche sul proprio territorio, tanto che fece irritare Stalin per l’intransigenza di quel piccolo Paese che osò sfidare il potente vicino.
Lasciando il XX secolo ed entrando nel XXI per una strana combinazione di ironia e giustizia, l’atroce e l’illecita occupazione bellica russa ai danni dell’Ucraina, per manu militari, ha reso ormai la NATO più compatta e unisona rispetto a quanto non lo sia stata dal declino dei due blocchi e dallo scongelamento della guerra fredda alla fine degli anni ottanta del secolo trascorso.
La condotta aggressiva della Russia potrebbe cagionare una delle espansioni molto significative dell’Alleanza atlantica sin dalla sua apparizione sul palcoscenico della società internazionale, sebbene la Finlandia abbia deciso di rinunciare alla sua neutralità sine die di natura politica, non fondata su uno strumento internazionale, per diventare membro permanente del Consiglio atlantico.
Prima che scoppiasse il conflitto in Ucraina con l’aggressione russa, la popolazione finlandese non aveva ancora interesse ad entrare nella famiglia nord-atlantica. La recente revisione del parlamento finlandese del mutevole ambito di sicurezza nel continente europeo, alla luce dell’aggressione russa contro l’Ucraina, ha avviato una nuova fase circa l’adesione alla NATO, in cui maggioranza e opposizione hanno manifestato il pieno appoggio all’iniziativa del Presidente e del primo Ministro finlandesi di presentare la richiesta agli organi centrali dell’Alleanza atlantica di poter permettere al loro Paese di divenire membro dell’organizzazione regionale difensiva.
A prescindere dalle tante preoccupazioni provenienti da più parti sull’adesione finlandese alla NATO, ritengo che sia un vantaggio per la stessa organizzazione regionale di tipo militare per la ragione che la rafforzerebbe, sul piano della sicurezza europea, attraverso la cerniera della capacità militare sempre più salda e via discorrendo. La Finlandia vanta di forze armate altamente capaci che sono interoperabili con l’Alleanza atlantica come l’esito di anni di collaborazione. Il governo finlandese per molti anni ha fornito un importante contributo alle missioni sotto l’ombrello NATO nei Balcani, in Afghanistan e così via. Inoltre, la Finlandia prende spesso parte alle esercitazioni dell’Alleanza atlantica e, ultimamente, ha ospitato una interessante ed estesa esercitazione degli uomini della NATO sul proprio territorio.
È noto che l’esercito finlandese è ben addestrato e che potrebbe essere utile per migliorare sempre più le capacità dell’organo militare regionale atlantico di difendere gli Stati estone, lettone e lituano, che sono da molto tempo sotto l’occhio del Cremlino a causa della loro decisione di distaccarsi dall’URSS. Ora, l’adesione della Finlandia, come pure prossimamente della Svezia, eleverebbe la barriera dell’impiego dell’azione coercitiva armata da parte di Mosca nell’area geografica baltica, rafforzando in tal guisa l’equilibrio regionale. Non solo, ma lo Stato finlandese, se dovesse entrare, diverrebbe essenziale per mantenere l’archetipo della forza del Patto atlantico nella regione artica sempre più competitiva. Va anche ricordato che la Finlandia ha un memorandum d’intesa relativo alla fornitura di supporto della nazione ospitante che consente il sostegno logistico per l’esecuzione di operazioni, esercitazioni e attività militari alle truppe dell’Alleanza atlantica situate o in transito nel suo territorio durante una crisi.
Un’altra caratteristica della Finlandia, rispetto al resto degli Stati membri del Patto atlantico, sta nel fatto che essa ha continuato ad investire e migliorare le capacità del proprio apparato militare, come la proiezione della potenza di fuoco dell’artiglieria che supera quella di qualsiasi altro Paese europeo, tanto da possedere anche più carri armati rispetto alla Germania. Inoltre, sempre la Finlandia, apporterebbe notevoli capacità di servizi segreti o di intelligence che renderebbe ben forte la consapevolezza situazionale della NATO e la capacità di raccogliere ed analizzare informazioni riguardanti la Russia. In poche parole, questo Paese scandinavo contribuirebbe ad assicurare l’architettura della sicurezza collettiva.
Non si pone, inoltre, in discussione il dovere dei finlandesi di avere il massimo rispetto dei principi e dei fini democratici della NATO, dato che il suo sistema parlamentare prevede regolari e libere elezioni, l’ordinamento giudiziario è totalmente indipendente, le libertà di espressione e di fede sono rispettate e via discorrendo. Certamente, le preoccupazioni relativo all’ingresso finlandese nella NATO stanno sorgendo e che tale mossa potrebbe intensificare le tensioni con Mosca. Di certo, la neutralità finlandese, vista debole e non deterrente, arduamente possa sopportare una eventuale condotta russa di minaccia o di azione aggressiva nei suoi confronti. L’ammissione della Finlandia e anche della Svezia, che già sta creando problemi all’interno del Consiglio atlantico dove la Turchia Stato membro ha espresso la propria contrarietà al loro ingresso in quanto responsabili di ospitare terroristi curdi, potrebbe costituire un perno fragile per la NATO nel momento in cui aumentano le possibilità di uno scontro bellico contro la Russia.
È vero che circolano voci nei corridoi del quartiere generale della NATO che la minaccia russa possa essere davvero concreta, ma per i finlandesi, contrariamente, si ritiene che già la condotta russa di aver violato lo spazio aereo della Finlandia e anche attaccato i siti internet istituzionali fa pensare alle prossime mosse russe che potrebbero comportare l’inizio di una vera e propria aggressione. Ergo, l’adesione della Finlandia al Patto atlantico sarebbe utile per evitare le aggressioni russe in futuro per la mera ragione che la forza avanzata della NATO si salderebbe e diverrebbe un messaggio chiaro a quei Paesi che tentino di esportare l’autocrazia, l’instabilità politica e il declino della democrazia.
In definitiva, qualora il governo finlandese aderisse all’organizzazione internazionale, a carattere regionale di genere difensivo, allora porrà in risalto il modus in cui l’azzardo militare della Russia ha evidenziato quelle che sono le minacce da parte di Stati con regimi repressivi che possano mettere in pericolo la pace e la sicurezza internazionali.
Di certo, l’iter procedurale di adesione all’Alleanza atlantica difensiva e non offensiva ha un percorso abbastanza lungo, che comporta che i rispettivi parlamenti degli Stati membri della NATO dovranno ratificare l’entrata della Finlandia nel Consiglio atlantico.