(di Massimiliano D’Elia) I 27 capi di Stato e di Governo sono d’accordo solo su un fronte: attuare un maggiore coordinamento sugli aspetti sanitari dell’emergenza. Sul resto rimangono separati in una casa fatta di cartone e senza fondamenta.
Ieri, per la prima volta, il summit dei 27 capi di Stato e di governo si è tenuto tramite una teleconferenza fiume di 6 ore. Oggetto della discordia, le misure da attuare per mitigare l’impatto di un’altra emergenza che già si intravede all’orizzonte, quella economica.
Di fronte ai 25, solo in due hanno battuto i pugni sul tavolo “virtuale” minacciando di fare da soli, il premier italiano,Giuseppe Conte e quello spagnolo Pedro Sanchez. Conte ha auspicato “una soluzione adeguata alla grave emergenza che tutti i Paesi stanno vivendo”.
Gran parte dei 27 intervenuti, sostengono che sono pochi i miliardi messi dalle Istituzioni Ue nel sistema per aiutare i Paesi più colpiti dall’emergenza Covid-19. Occorrono ulteriori misure di stimolo che riescano a provocare un corto circuito virtuoso, anche in presenza della pandemia in corso.
I due leader dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo hanno ritenuto inaccettabile la posizione tenuta dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e da altri Paesi del Nord che propongono con forza l’utilizzo del fondo salva stati, il Mes, per ulteriori iniezioni di liquidità da immettere nei sistemi economici dei paesi europei in difficoltà.
Il presidente belga Charles Michel, dopo ore in cui si sono snocciolate le varie proposte, considerando che la situazione si stava surriscaldando, su input del Consiglio Ue, ha comunicato che si sarebbero attese le proposte dei ministri delle finanze dei paesi comunitari: “dovranno presentarci proposte entro due settimane che dovrebbero tenere in considerazione la natura senza precedenti dello choc, in modo da rafforzare la nostra risposta con ulteriori azioni inclusive”.
Il belga Charles Michel aveva proposto, all’inizio della riunione, una strategia di stimolo simile al piano Marshall. Una strategia ad alto impatto che il premier italiano Conte e altri 7 capi di Stato (Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda, Belgio, Slovenia, Lussemburgo), hanno sostenuto con convinzione, chiedendo, in aggiunta alle misure già annunciate da Bce, Commissione Ue e Bei, risorse senza precedenti con decisioni di politica di bilancio di analoga audacia. Chiaro il riferimento ad uno strumento di debito comune come i Corona-bond.
Ad osteggiare il nuovo piano Marshall (Corona-bond) la cancelliera tedesca Angela Merkel che, nel frattempo, ha già messo al sicuro la Germania con un piano straordinario da oltre 500 miliardi di euro, elevabile fino a 1000. A sostenere la misura “Strizza Stati”, Olanda, Finlandia e Austria. I paesi nordici sono convinti che saranno sufficienti gli interventi previsti da Bce, Bei e Commissione Ue e propendono per attingere a prestiti limitati del fondo salva stati (Mes), con stringenti condizioni di rientro. La cancelliera tedesca poi è uscita allo scoperto palesando chiaramente la sua contrarietà ai Corona-bond, il governo teutonico propende per l’utilizzo esclusivo del Mes che, a loro dire, è uno strumento, nato proprio per affrontare le crisi. Certo lo sappiamo tutti, il Mes è nato per le crisi economiche in tempi normali. Oggi, sarebbe da ricordare agli amici tedeschi, vi è una guerra in corso che stiamo combattendo contro un nemico invisibile, con armi spuntate. Occorrono pertanto “aiuti incondizionati” perché è difficile prevedere il futuro che, già per definizione è incerto, figuriamoci con la pandemia in corso.
E’ bipartisan l’apprezzamento per la posizione mantenuta, al tavolo virtuale dei 27, dal premier Giuseppe Conte. Si auspica che l’avvocato pugliese mantenga la barra dritta anche per il futuro perchè il nome dell’ex governatore della Bce Mario Draghi è oramai sulla bocca di tutti.