La morte di Valerio e l’indagine sull’istigazione al suicidio

La procura di Roma ha deciso di aprire un’inchiesta per istigazione al suicidio sulla tragedia che ha visto la morte di Valerio, il dodicenne precipitato giovedì pomeriggio dalla finestra della sua cameretta al decimo piano di un palazzo in via Igino Giordani. La decisione è stata presa in seguito alle prime ricostruzioni degli investigatori e punta a fare luce su un evento che ha scosso profondamente non solo la famiglia del ragazzo, ma anche l’intera comunità e chiunque lo conoscesse.

Valerio viene descritto come un ragazzino solare, gentile e senza apparenti problemi. La sua famiglia, composta dai genitori e dalla sorellina di otto anni, è ritenuta un modello di armonia e serenità. I vicini e gli amici li ricordano come una famiglia unita, benestante e felice, dove nulla sembrava presagire un dramma simile. Le immagini e i video pubblicati sui social dalla madre mostrano momenti di gioia: vacanze, sorrisi e gite in famiglia.

Le indagini: il cellulare al centro dell’attenzione

La principale ipotesi degli investigatori è quella di un atto volontario. Per comprendere cosa abbia potuto spingere Valerio a un gesto così estremo, è stato sequestrato il cellulare del ragazzo. Il dispositivo verrà sottoposto a un’analisi approfondita per ricostruire i messaggi, i contatti e le attività sui social network. L’obiettivo è capire se Valerio stesse vivendo un periodo di difficoltà emotiva, se avesse subito pressioni a scuola, tensioni con i coetanei o con i compagni della squadra di pallanuoto, oppure se dietro la tragedia si celasse qualcosa di più oscuro, come una challenge pericolosa sui social. Le sfide virali, spesso diffuse su piattaforme come TikTok, rappresentano purtroppo un fenomeno in crescita tra i giovani, spingendoli a partecipare a prove sempre più estreme e rischiose.

Le testimonianze e i dubbi

Gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi. Tra le piste vagliate ci sono anche la possibilità di un litigio familiare o di una delusione sentimentale, ma si tratta al momento di supposizioni che richiederanno ulteriori approfondimenti nei prossimi giorni.

In casa, al momento della tragedia, erano presenti la baby-sitter e la badante, che è stata l’unica testimone oculare. Ancora sotto shock, la donna ha raccontato di aver visto il corpo di Valerio precipitare dalla finestra. «Non dormo e non mangio più da allora», ha dichiarato, descrivendo la scena come un evento terribile e impossibile da dimenticare.

Anche i genitori di Valerio sono stati ascoltati nuovamente. Secondo alcune ricostruzioni, il padre, che lavorava in smart working in un’altra stanza della casa, si sarebbe accorto della tragedia pochi istanti dopo. Testimoni raccontano di averlo visto correre disperato giù per le scale e successivamente in giardino, in lacrime, di fronte al corpo del figlio.

La procura potrebbe disporre un’autopsia sul corpo del ragazzo per chiarire ulteriori aspetti della vicenda. L’arrivo dei soccorsi è stato rapido, ma per Valerio non c’è stato nulla da fare. Il ragazzo è deceduto poche ore dopo l’impatto, presso l’ospedale Bambino Gesù.

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