Putin ha reso noto pochi giorni fa la nuova dottrina navale alla luce dell’attuale situazione mondiale, nell’ottica di salvaguardare gli interessi nazionali. Un documento strategico di ventidue pagine dove vengono descritte tre potenziali minacce specifiche per la Russia. La prima è un crollo improvviso della situazione politico-militare che richiederebbe l’uso della forza nelle aree marittime di interesse strategico per la Russia. La seconda è lo schieramento di armi strategiche non nucleari di precisione e missili balistici nei territori e nelle zone marittime adiacenti alla Russia. La terza è l’uso della forza militare da parte di altri Stati per minacciare gli interessi nazionali russi. Oltre all’Artico, la dottrina sottolinea l’importanza di proteggere l’accesso alle risorse energetiche del Medio Oriente e del Mar Caspio. Il testo rileva preoccupazione per l’impatto negativo dei conflitti regionali in Medio Oriente, Asia meridionale ed Africa. Rileva anche il pericolo causato dalla crescita della pirateria nel Golfo di Guinea e nell’oceano Indiano e Pacifico. Il rafforzamento della flotta del Mar Nero e delle forze russe in Crimea ed il mantenimento di una presenza navale costante nel Mediterraneo: queste le aree geografiche critiche per il futuro sviluppo della Marina.