La Pelosi a Taiwan alza la tensione tra USA e Cina

(di Andrea Pinto) La retorica racconta che Nancy Pelosi la terza carica istituzionale americana, in piena autonomia, abbia deciso di fare un tour nei paesi asiatici insieme con altri legislatori appartenenti ai democratici. Ieri Singapore e Malesia, oggi Corea del Sud e Giappone per poi fare un brevissimo passaggio a Taiwan per incontrare la presidente Tsai Ing-wen.

I senatori repubblicani non hanno accettato l’invito della Pelosi ad unirsi al viaggio della discordia mai gradito, a voce, anche, dal presidente Joe Biden che è stato costretto a chiamare l’omologo Xi Jinping sperando di calmierare le crescenti tensioni, sentendosi invece rispondere: “Chi gioca col fuoco finisce per bruciarsi”. Strano che la speaker americana possa avere tutta questa autonomia entrando in conflitto con il presidente democratico Biden e con la politica estera del Dipartimento di Stato. Il tour della Pelosi sembra più una prova di forza nei confronti di Pechino in un’area dove gli Stati Uniti da tempo hanno rivolto la loro attenzione per cercare di mitigare l’espansionismo cinese nella regione e le mire sull’Isola.

Pechino ha tuonato con il portavoce del ministro degli Esteri Zhao Lijian: “Prenderemo contromisure decise e forti a difesa della nostra sovranità e integrità territoriale. Gli Stati Uniti dovrebbero rispettare il principio dell’Unica Cina e mantenere la promessa del presidente Biden di non sostenere l’indipendenza di Taiwan“.

Il Pentagono è in massima allerta, vengono monitorate tutte le operazioni militari cinesi nella nella regione. Il ministero della Difesa di Taipei ha reso noto che ieri quattro caccia J-16 sono entrati nello spazio aereo dell’isola.

Pechino ha annunciato possenti esercitazioni militari (oggi e domani) al largo delle coste della provincia sud-orientale del Fujian, affacciata sullo Stretto di Taiwan e altre nel Mar Cinese Meridionale e nel Mar Giallo, zone alle quali negherà il transito a partire dalla mezzanotte locale di stasera fino al 7 agosto prossimo.

Il Comando orientale dell’esercito cinese ha pubblicato un video di 2 minuti dedicato alle manovre su larga scala lanciate al largo della costa taiwanese, la stessa area dove in queste ore si è posizionata pure la portaerei americana USS Ronald Reagan.

In una nota diffusa sulla piattaforma WeChat hanno anche detto di essere pronti a obbedire all’ordine di combattere, seppellire tutti i nemici in arrivo e avanzare verso una nuova vittoria.

L’Amministrazione a stelle e strisce appare velatamente tranquilla e dalle parole del portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby manda un messaggio a Pechino: “Non siamo intimiditi dalla inutile retorica cinese. Il viaggio della Speaker è importante e lo sosteniamo. Non ci sono cambiamenti nella nostra politica. Lavoriamo per mantenere un Indo-Pacifico libero, sicuro e aperto. La Cina non usi questo viaggio come pretesto: provocazioni militari sono pericolose perché possono portare ad un errore di calcolo e di conseguenza ad un’escalation”.

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