Mario Draghi ha delineato un quadro chiaro e preoccupante del futuro dell’Unione Europea durante un incontro con i capigruppo al Parlamento Europeo, in previsione del suo rapporto da presentare alla nascente Commissione
di Emanuela Ricci
L’ex presidente della BCE ha evidenziato come l’Europa si trovi in un momento di straordinaria difficoltà, e ha insistito sulla necessità di attuare riforme rapide e senza precedenti per affrontare le sfide globali. Draghi ha sottolineato che la mancanza di competitività dell’UE è legata a fattori strutturali come la lentezza nell’innovazione, gli alti costi energetici e la carenza di competenze digitali e tecnologiche.
Uno degli elementi chiave del rapporto riguarda la necessità di potenziare la difesa comune e di accelerare la digitalizzazione. Draghi ha infatti messo in luce come l’Europa debba rafforzare le proprie capacità di difesa per ridurre la dipendenza da paesi terzi e per essere più resiliente di fronte alle future crisi. Ha anche sottolineato l’importanza di investire nella formazione per migliorare le competenze della forza lavoro europea, ispirandosi a modelli di successo come quello svedese, dove una forte sinergia tra progresso tecnologico e modello sociale ha portato a risultati straordinari.
Inoltre, Draghi ha ribadito che l’UE deve affrontare la frammentazione del mercato interno, soprattutto nel settore digitale, e migliorare la cooperazione transfrontaliera per competere efficacemente con altre grandi economie globali. Un altro punto centrale è stato l’invito a mobilitare risorse private su larga scala, poiché i bisogni di finanziamento per le transizioni verde e digitale sono immensi, e il settore pubblico da solo non sarà sufficiente a coprirli.
Il rapporto di Draghi rappresenta un appello urgente alla leadership europea affinché prenda decisioni coraggiose e coordinate. La sua visione non si limita a indicare i problemi, ma offre anche soluzioni concrete, come la necessità di un coordinamento più stretto nelle politiche di appalti pubblici e una maggiore aggregazione della domanda a livello europeo per aumentare l’efficacia degli investimenti pubblici. In definitiva, per Draghi, il futuro dell’Europa dipenderà dalla capacità degli Stati membri di lavorare insieme in modo più coeso e determinato di quanto non sia mai avvenuto finora.
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