La riforma del Copyright  non interesserà le PMI

Il relatore della proposta di riforma del copyright Axel Voss (PPE, DE), al termine della votazione e, quindi dell’approvazione, ha dichiarato:

sono molto lieto che, nonostante il forte lobbying dei giganti di Internet, la maggioranza dei deputati al Parlamento europeo sia ora a favore della necessità di tutelare il principio di una retribuzione equa per i creativi europei. Il dibattito su questa direttiva è stato molto acceso e credo che il Parlamento abbia ascoltato con attenzione le preoccupazioni espresse. Abbiamo quindi affrontato le preoccupazioni sollevate in merito all’innovazione escludendo dal campo di applicazione i piccoli e micro aggregatori o piattaforme. Sono convinto che, una volta che le acque si saranno calmate, Internet sarà libera come lo è oggi, i creatori e i giornalisti guadagneranno una parte più equa degli introiti generati dalle loro opere, e ci chiederemo il motivo di tutto questo clamore”.

La proposta di riforma del copyright approvata dal Parlamento europeo tutela i contenuti sul web. Quelli giornalistici soprattutto ma anche di tutti coloro che producono contenuti poi rilanciati dalle grandi piattaforme web. Non si tratta del testo finale ma dell’inizio di un processo di revisione che interesserà il Parlamento, il Consiglio e la Commissione Ue.

Il punto principale della riforma è rivolto verso le grandi compagnie web che dovrebbero condividere i loro guadagni  con artisti e giornalisti. I creativi, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori, nonché editori e giornalisti, devono essere ricompensati per il loro lavoro quando questo è utilizzato da piattaforme di condivisione come YouTube o Facebook e aggregatori di notizie come Google News.
Il testo prevede che siano i giornalisti stessi, e non solo le loro case editrici, a beneficiare della remunerazione derivante da tale obbligo di responsabilità. Per fortuna dal provvedimento saranno escluse le piccole e micro imprese del web. Si potranno, tuttavia, condividere i collegamenti ipertestuali, riferiti ad altri post.
Le piattaforme, inoltre,  dovranno lavorare per prevedere strumenti rapidi di reclamo per  rimuovere un contenuto coperto da copyright.

La riforma del Copyright non interesserà le PMI

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