Washington e Kiev valutano l’inclusione di missili invisibili a lungo raggio nei nuovi aiuti militari. Mosca però avverte: “Non oltrepassate le linee rosse”
di Emanuela Ricci
Gli Stati Uniti sembrano sempre più vicini a una decisione che potrebbe cambiare il corso della guerra in Ucraina: la fornitura dei missili da crociera JASSM (Joint Air-To-Surface Standoff Missile), uno dei sistemi d’arma più avanzati del panorama militare moderno. Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, con conferme da parte di RBC-Ucraina, i JASSM potrebbero essere inclusi nel prossimo pacchetto di aiuti militari per Kiev. L’annuncio ufficiale potrebbe arrivare entro la fine di novembre, ma la decisione definitiva è ancora in fase di valutazione.
I missili JASSM rappresentano un salto tecnologico significativo per l’arsenale ucraino. Progettati per operazioni standoff – cioè in grado di colpire da una distanza che garantisce sicurezza al lanciatore – i JASSM possono raggiungere bersagli a una gittata compresa tra i 350 e i 500 chilometri, trasportando una testata esplosiva da 450 chilogrammi. Grazie alla loro tecnologia stealth, questi missili sono difficili da rilevare e intercettare, rendendoli ideali per neutralizzare bersagli strategici come depositi di munizioni, centri logistici e infrastrutture militari in profondità nel territorio nemico.
Una nuova arma per l’Ucraina in grado di: Estendere il raggio d’azione delle operazioni militari, colpendo obiettivi fino a 500 chilometri di distanza; Disarticolare le linee logistiche russe, distruggendo infrastrutture chiave che alimentano lo sforzo bellico di Mosca; Rafforzare la deterrenza, aumentando la pressione psicologica e strategica sulla leadership russa.
La decisione sull’invio dei JASSM è cruciale per Washington. Da un lato, i missili fornirebbero all’Ucraina un vantaggio strategico, rafforzando la capacità di resistenza di Kiev. Dall’altro, l’escalation potrebbe aggravare il conflitto, con il rischio di trascinare la NATO in uno scontro diretto con la Russia. Gli alleati europei, in particolare, osservano con attenzione. Molti temono che un aumento delle capacità offensive dell’Ucraina possa spingere il Cremlino a risposte più aggressive, sia sul piano militare che su quello politico.
L’inclusione dei missili JASSM nei nuovi aiuti militari per Kiev non riguarda solo il campo di battaglia ucraino. Questa decisione avrà un impatto profondo sugli equilibri geopolitici, influenzando i rapporti tra Occidente e Russia e ridefinendo le dinamiche di sicurezza globale. Mentre la finestra temporale per l’annuncio si riduce, resta da vedere se Washington sceglierà di oltrepassare quella sottile linea che separa il sostegno militare all’Ucraina da una possibile escalation globale. Una mossa che potrebbe segnare il futuro del conflitto, ma anche delle relazioni internazionali per gli anni a venire.
La reazione di Mosca
La possibile fornitura dei missili JASSM non è passata inosservata a Mosca. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha definito questa mossa una potenziale violazione delle “linee rosse” russe, avvertendo che l’uso di armi a lungo raggio contro il territorio russo potrebbe portare a una risposta “decisa e imprevedibile”. Queste dichiarazioni riflettono il timore di Mosca che l’introduzione dei JASSM possa cambiare radicalmente il bilancio strategico del conflitto, mettendo a rischio obiettivi sensibili anche lontano dal fronte. Putin non a caso ha annunciato il successo di un “test” con il nuovo missile balistico ipersonico a raggio intermedio denominato Oreshnik (Nocciolo): «Il sistema d’arma testato è un altro affidabile garante dell’integrità territoriale e della sovranità della Russia», ha dichiarato Putin, ordinando l’avvio della produzione di massa. «Non è una modernizzazione dei vecchi sistemi sovietici. Nessuno al mondo ha un’arma simile. È paragonabile in potenza alle armi strategiche e non esistono mezzi per contrastarlo o intercettarlo».
La minaccia dei missili ipersonici russi, l’analisi del generale Tricarico
I missili ipersonici russi rappresentano una delle principali insidie dello strumento militare di Mosca, ma non sono privi di limiti significativi. Lo sostiene il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa, già capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare, in un’intervista rilasciata al Messaggero.
Un’arma difficile da contrastare. Questi vettori sono in grado di viaggiare a velocità estremamente elevate, rendendo quasi impossibile la loro intercettazione anche per i più avanzati sistemi di difesa. “Israele dispone oggi del sistema più impenetrabile al mondo, ma di fronte a un missile ipersonico sarebbe messo a dura prova“, spiega Tricarico. Allo stesso modo, anche gli Stati Uniti avrebbero difficoltà a neutralizzare questa minaccia. Gli americani, infatti, si sono recentemente posti il problema, avviando la progettazione di un sistema di difesa ipersonica. Tuttavia, questo percorso si presenta lungo, complesso e molto costoso.
Precisione e limiti produttivi. Uno dei principali difetti dei missili ipersonici russi è la loro imprecisione. “Non possono essere diretti con accuratezza su un obiettivo specifico”, afferma il generale. Tuttavia, questa caratteristica perde importanza nel caso di un uso nucleare, dove la devastazione è legata principalmente alla potenza della testata. Nonostante le loro capacità tecnologiche, la Russia non dispone di una quantità sufficiente di missili ipersonici per un utilizzo su larga scala. Inoltre, non ha la capacità industriale per produrli in numeri significativi, un fattore che limita la loro efficacia strategica in un confronto prolungato.
La posizione della NATO e dell’Italia. Secondo Tricarico, in uno scontro diretto con la NATO, la Russia uscirebbe sconfitta. “Hanno missili che non possiamo intercettare, ma ne possiedono pochi. Noi, invece, abbiamo armi altrettanto letali”. L’Italia, in questo contesto, potrebbe giocare un ruolo significativo. Sebbene il generale non abbia fornito dettagli sulle capacità specifiche del nostro arsenale, ha evidenziato la superiorità strategica degli alleati NATO rispetto alla Russia.
Un appello al negoziato. Nonostante la minaccia concreta, Tricarico sottolinea l’importanza di evitare un’escalation. “Oggi più che mai fermarci e negoziare è vitale”, afferma, invitando le parti in causa a non sottovalutare i rischi di un conflitto che includa l’uso di tecnologie ipersoniche o, peggio, nucleari.
Immagine generata con IA
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