(di Andrea Pinto) Ieri l’ufficialità, l’addetto navale italiano presso l’ambasciata a Mosca non è più persona gradita. Così, oggi il capitano di vascello, Curzio Pacifici dovrà rimpatriare. Immediata la reazione della Farnesina: “si esprime profondo rammarico per la decisione unilaterale del Cremlino”. Il nostro ufficiale a differenza dei due funzionari russi Dmitri Ostroukhov e Aleksey Nemudrov non è accusato di spionaggio e sarebbe quindi vittima di una ritorsione di Putin nei confronti dell’Italia dopo la repentina espulsione dei due diplomatici russi.
Sicuramente Putin non avrebbe mai voluto inasprire i rapporti con il paese occidentale a cui è più legato ma per coerenza politica ha dovuto agire senza alcuna esitazione. Le spie russe a quanto pare sono molto attive, come nella Repubblica Ceca dopo l’attentato a un deposito di munizioni. Ieri anche la Romania ha annunciato che dichiarava persona non grata un funzionario russo. Mosca dal canto suo ha già chiesto di lasciare il suolo russo a un funzionario dell’ambasciata Ucraina a seguito di una eguale decisione di Kiev di una settimana fa.
Sul versante giudiziario in Italia, invece, per il caso dell’ufficiale di marina Walter Biot la questione si complica di ora in ora. L’avocato difensore di Biot, Roberto De Vita ha fatto ricorso alla Corte di Cassazione per stabilire quale Corte si debba esprimere, quella civile o quella militare.
Poi c’è il nodo delle eventuali opposizioni del segreto di Stato sui documenti trovati in possesso del funzionario russo Ostroukhov. Nel frattempo Biot ieri è stato trasferito dal carcere di Regina Coeli al carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Il tribunale del Riesame ha già confermato il fermo, mentre oggi ci sarà l’interrogatorio di garanzia davanti al magistrato che si occupa di indagare sui militari.
La difesa dell’avvocato De Vita si affida a dei tecnici che stanno esaminando il filmato dei Ros che riprendono il Biot mentre scattava le fotografie incriminate dal suo pc. Il filmato prodotto, sostengono i consulenti tecnici dell’avvocato De Vita, è frutto di un’attività di post-produzione da cui risultano delle discontinuità che potrebbero spiegarsi solo con l’analisi dell’originale, non ancora consegnato.
Le fotografie hanno immortalato i seguenti documenti classificati: 47 Nato secret, 57 Nato confidential e 9 Riservatissimi, insieme a 3 non leggibili e 65 non classificati. Coserà scrive che una recentissima informativa del Ros che riferisce una più accurata analisi svolta dal ministero della Difesa e del Dipartimento informazioni sicurezza, precisa invece che i documenti sarebbero solo 19, di cui n classificati: 7 Nato secret, 2 Nato Confidential, uno Confidential e uno Riservatissimo.
“Sono ricostruzioni mutevoli che impediscono il diritto di difesa“, afferma l’avvocato De Vita. C’è un’altra questione non secondaria, come ha fatto il Biot a fotografare dal suo pc documenti classificati se dalla sua postazione si possono trattare solo documenti non classificati essendo un pc in rete intranet?
Se il Biot aveva le fotografie di documenti classificati, come le ha ricevute? Forse la rete degli infedeli è più fitta di quanto si pensi. Tutti elementi utili all’avvocato De Vita per difendere il suo assistito che al di là delle ricostruzioni spesso fantasiose comunque ha venduto informazioni di alta classifica Nato e nazionale ad un paese terzo e non alleato.