La Russia avanza a Donetsk, Zelensky a Washington per presentare il “Piano di vittoria”

di Antonio Adriano Giancane

Mentre le forze russe continuano a guadagnare terreno nella regione orientale ucraina di Donetsk, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si reca a Washington per incontrare il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Al centro dell’incontro vi sarà un piano volto a porre fine alla guerra, costringendo Mosca a sedersi al tavolo dei negoziati.

Nel frattempo, Denis Pushilin, governatore russo di Donetsk, ha annunciato l’occupazione della città di Ukrainsk, situata vicino all’importante snodo logistico di Pokrovsk. Anche secondo il portale di analisi DeepState, che collabora con il ministero della Difesa di Kiev e monitora la situazione sul campo, le forze di Mosca avrebbero consolidato il controllo su altre aree della regione. Si ritiene che i russi siano vicini ad accerchiare Vulhedar e Kurakove, città chiave che, se cadessero, aprirebbero la strada all’assedio di Pokrovsk, interrompendo una delle principali vie di rifornimento ucraine.

La capacità russa di avanzare è stata favorita dalle difficoltà di Kiev di disporre di uomini e armamenti. Nonostante una recente incursione ucraina nella regione meridionale russa di Kursk, Mosca ha evitato di reindirizzare truppe da Donetsk, preferendo rafforzare le difese in altre aree.

Zelensky è arrivato negli Stati Uniti per presentare un piano in quattro punti a Biden, il cui scopo è costringere la Russia a negoziare. Sebbene i dettagli esatti non siano stati divulgati, Andriy Yermak, capo dell’amministrazione presidenziale ucraina, ha rivelato che una delle proposte riguarda l’invito per l’Ucraina ad entrare nella NATO, una questione delicata che ha già trovato resistenze all’interno dell’alleanza atlantica.

Secondo quanto previsto dall’ articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, l’adesione dell’Ucraina alla NATO significherebbe che qualsiasi ulteriore attacco russo sarebbe considerato un’aggressione all’intera alleanza, una prospettiva che divide alcuni alleati occidentali.

Oltre a ciò, il piano prevede garanzie di sicurezza più solide da parte degli Stati Uniti e l’invio di armi più avanzate, con l’obiettivo di rafforzare la posizione ucraina sia sul campo che nei negoziati. Zelensky punta a ottenere risultati concreti prima delle elezioni presidenziali statunitensi di novembre, per evitare che un’eventuale vittoria del candidato repubblicano Donald Trump possa indebolire il sostegno americano all’Ucraina.

Dall’altro lato, il presidente russo Vladimir Putin continua a lanciare minacce nucleari. La risposta russa agli attacchi ucraini con missili a lungo raggio sul territorio russo ha visto Mosca intensificare la retorica, con Putin che ha avviato un aggiornamento della dottrina nucleare, lasciando intendere la possibilità di test nucleari.

Queste provocazioni, però, rischiano di allontanare potenziali partner strategici, come la Cina, e complicano gli sforzi russi di indebolire il sostegno occidentale all’Ucraina. Gli osservatori ritengono che Putin, pur essendo convinto della vittoria russa nel medio termine, potrebbe essere costretto a rivedere le sue scelte in caso di peggioramento della situazione militare.

Nonostante le minacce di un’escalation, gli esperti rimangono cauti sulla reale volontà di Mosca di intensificare ulteriormente il conflitto. I costi accessori e i benefici incerti di un’escalation potrebbero indurre la Russia a mantenere un atteggiamento più prudente. Tuttavia, se la situazione dovesse precipitare, i limiti dell’escalation potrebbero rapidamente dissolversi, portando a un nuovo pericoloso capitolo del conflitto.

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