di Emanuela Ricci
La Russia avrebbe impiegato “un’arma chimica” contro le forze ucraine. A divulgare la notizia, in un comunicato, Dipartimento di Stato americano. Secondo il Dipartimento di Stato Usa la Russia avrebbe usato la cloropicrina contro le forze ucraine, in violazione della Convenzione sulle armi chimiche (Cwc).
La Russia, ha aggiunto il Dipartimento, utilizza di solito sostanze chimiche antisommossa come “metodo di guerra in Ucraina, di nuovo in violazione della Convenzione”, aggiunge il testo.
Pneumotossici soffocanti. Fanno parte di questo gruppo il fosgene e la cloropicrina il cui organo bersaglio è l’apparato respiratorio su cui agiscono prevalentemente tramite un’azione lesiva diretta
della mucosa bronchiale e degli alveoli polmonari. Il quadro clinico insorge immediatamente dopo l’esposizione, accentuandosi nelle 4-6 ore successive, ed è caratterizzato da tosse, afonia, bruciore delle prime vie aeree, tachipnea, oppressione toracica, dispnea. La morte sopraggiunge nella maggior parte dei casi entro le prime 24 ore per insufficienza respiratoria causata da edema polmonare acuto. Nei pazienti che superano tale periodo si può osservare la comparsa di broncospasmo e di una infezione bronco-polmonare di natura batterica.
Convenzione sulle armi chimiche (Cwc)
La Convenzione sulla Proibizione delle Armi Chimiche di Parigi (CAC) – Chemical Weapons Convention (CWC), firmata nell’omonima città il 13 gennaio 1993 è entrata in vigore il 29 aprile 1997, 180 giorni dopo il raggiungimento della 65° ratifica (ungherese), come era stato stabilito dai termini della stessa. Inizialmente, essa contava 87 stati membri; dal 31 dicembre 2012, ha potuto vantare 188 ratifiche, tra cui quelle di Stati Uniti, Russia, Cina e tutti i paesi facenti parte dell’Unione Europea. L’Italia ha ratificato la Convenzione con la legge n. 496/1995, integrata dalla legge n. 93/1997 e dal DPR 289 del 1997. Attualmente le nazioni aderenti sono 189, circa il 98% della popolazione mondiale.
Tale Convenzione “proibisce qualsiasi attività rivolta a sviluppo, produzione, acquisizione, detenzione, conservazione, trasferimento e uso di armi chimiche e dei materiali ad esse collegati”. Si prefigge, dunque, lo scopo di ostracizzare il commercio e la produzione di armi chimiche e sancisce il divieto assoluto di utilizzarle. Prevede, inoltre, l’eliminazione completa di quelle già esistenti, in quanto costituiscono, per letalità, una grave minaccia per l’essere umano e per l’ambiente oltre a violare una norma basilare dello jus in bello ovvero il principio di distinzione (art. 48 del I Protocollo addizionale, 1977) essendo armi indiscriminate “capaci di causare mali superflui o sofferenze inutili”.
Si tratta della prima Convenzione che bandisce una completa categoria di armi di distruzione di massa e prevede, per di più, la soppressione di quelle già esistenti entro dei limiti temporali, il tutto con verifica da parte della comunità internazionale. Anche tale sistema di controlli è una novità rispetto ai precedenti trattati di disarmo.
Per preparare l’entrata in vigore della CAC, fu istituita una Preparatory Commission (PrepCom) nel 1993. Suo compito era quello di predisporre la prima Conferenza degli Stati Parte della Convenzione e curarne la diffusione e l’implementazione. In concreto, la commissione sviluppò le procedure per il regime di verifica della Convenzione, redasse il programma e stabilì il budget dell’OPAC e, inoltre, le regole funzionali interne per il Segretariato dell’OPAC.
Il documento è costituito da un preambolo, 24 articoli e 3 allegati: Annex on Chemicals, Verification Annex, Confidentiality Annex.
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