(di Andrea Pinto) Ieri un razzo russo ha lanciato in orbita un satellite di sorveglianza iraniano che, secondo gli analisti occidentali, migliorerà la raccolta di informazioni dell’Iran. Cresce, quindi, l’annunciata sempre più stretta collaborazione tra Russia ed Iran. La Russia dopo l’invasione dell’Ucraina e l’imposizione delle sanzioni occidentali ha cercato di stringere accordi e collaborazioni pluriennali con nuovi partner, Iran compresa, che, tra l’altro, riesce a favorire un passaggio sicuro anche all’interscambio commerciale russo con l’India.
L’Iran, dal canto suo, ha confermato questa settimana che il lancio del satellite fa parte di un accordo di cooperazione spaziale quadriennale tra i due paesi.
Yury Borisov, direttore generale di Roscosmos , l’agenzia spaziale russa, in una nota ha così commentato il lancio in orbita del satellite iraniano: “Il successo del lancio del satellite nell’interesse dell’Iran è un’importante pietra miliare nella cooperazione bilaterale russo-iraniana, aprendo la strada all’attuazione di nuovi e ancora più grandi progetti”,
L’agenzia spaziale iraniana ha riferito che il satellite, chiamato Khayyam, è dotato di una fotocamera ad alta risoluzione in grado di aumentare la capacità di Teheran di monitorare i siti, inclusi potenziali obiettivi militari, in Israele e nel più ampio Medio Oriente.
Il razzo russo Soyuz che trasportava in orbita il satellite Khayyam è decollato dalla struttura di lancio russa di Baikonur in Kazakistan poco prima delle 9:00. Scienziati iraniani hanno preso il controllo del satellite subito dopo il lancio, ha affermato l’agenzia. Secondo i notiziari russi la scorsa settimana, Roscosmos ha affermato che le società russe hanno costruito il satellite per l’Iran. L’ambasciata russa a Teheran ha dichiarato in un post sul suo account Instagram che il satellite è stato ordinato dall’Iran e costruito dalla Russia e che è stato progettato per scopi non militari. L’Iran ha fatto affidamento sull’esperienza russa perché fino ad ora aveva lanciato solo satelliti che pesavano meno di 50 chilogrammi, circa 110 libbre e Khayyam pesa quasi mezza tonnellata, secondo l’agenzia di stampa Tasnim, affiliata alle Guardie Rivoluzionarie.
Iranfirst ha lanciato in orbita il proprio satellite di produzione nazionale nel 2009 e il suo programma spaziale ancora giovane ha avuto una storia traballante. Nel decennio successivo al suo primo lancio, circa il 67% dei lanci orbitali iraniani è fallito, rispetto a un tasso di fallimento del 5% in tutto il mondo per lanci spaziali simili. Il satellite lanciato martedì prende il nome da Omar Khayyam, il famoso scienziato e poeta persiano medievale. La struttura di Baikonur è stata utilizzata per i lanci spaziali per decenni ed è stata inaugurata quando il Kazakistan faceva parte dell’Unione Sovietica
Tal Inbar, ricercatore senior presso la Missile Defense Advocacy Alliance, un’organizzazione americana, ha affermato che il satellite fornirà immagini del suolo migliori rappresentando una sfida significativa per Israele. “Israele ha da tempo una tale capacità di osservazione, ma per quanto riguarda l’Iran, questa è una vera svolta: per la prima volta l’Iran possiede e gestisce un satellite con un’elevata risoluzione delle immagini, migliore di quella che aveva fino ad ora“, ha commentato Inbar.
“D’ora in poi, l’Iran sarà in grado di raccogliere informazioni di intelligence molto più accurate per le operazioni militari delle loro forze e per le organizzazioni che supportano”. Ha poi aggiunto: “Questo è un significativo restringimento del divario tecnologico tra Iran, Israele e Stati Uniti”.
L’agenzia spaziale iraniana ha però smentito, domenica scorsa con una nota, le congetture degli analisti occidentali affermando che il satellite non sarà utilizzato per scopi militari ma servirà per programmi agricoli, risorse idriche e altre applicazioni ambientali.
Tuttavia gli analisti domestici iraniani, vicini alle Guardie della Rivoluzione iraniane, hanno postato sui social messaggi che enfatizzavano le capacità del satellite di riuscire a monitorare con precisione dallo spazio le basi militari americane e israeliane.
“Il percorso di un Paese verso lo sviluppo di satelliti non può essere fermato o negato“, ha affermato l’agenzia spaziale iraniana in una nota. “Lo stesso vale per la cooperazione internazionale. Questo trasformerà l’industria spaziale iraniana esportatrice di nuove tecnologie“, ha aggiunto.
“Oggi è un punto di svolta per l’inizio di una nuova interazione nel campo dello spazio tra i nostri due Paesi“, ha affermato Isa Zarepour, ministro iraniano per le comunicazioni e le tecnologie dell’informazione. Sebbene i negoziati sul lancio abbiano preceduto l’invasione russa dell’Ucraina, arriva meno di un mese dopo che il presidente Vladimir V. Putin ha visitato Teheran.
L’Iran ha una lunga esperienza nell’evadere le sanzioni occidentali. Gli Stati Uniti affermano che Teheran ha venduto droni ai russi da utilizzare in Ucraina insieme ad altre apparecchiature utilizzando tecnologie che le nazioni occidentali non stanno più vendendo a Mosca.
La reazione di Washington
Il lancio del satellite iraniano con un razzo russo ha provocato la veemente reazione di Washington che, tramite il portavoce del Dipartimento di Stato, ha così commentato: “Siamo a conoscenza di notizie secondo cui la Russia ha lanciato un satellite con notevoli capacità di spionaggio per conto dell’Iran. Il fatto che la Russia stia rafforzando un’alleanza con l’Iran è qualcosa che il mondo intero dovrebbe considerare come una seria minaccia”.
Agli occhi degli Stati Uniti, il nascente programma spaziale iraniano è destinato a scopi militari piuttosto che a quelli commerciali e ambientali. L’Iran sostiene, invece, che le sue attività aerospaziali sono pacifiche e conformi ad una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Nel giugno 2021 Vladimir Putin aveva già detto che Mosca si stava preparando per fornire un sofisticato satellite all’Iran per migliorare le sue capacità di spionaggio. Lo stesso Putin aveva poi bollato la notizia come “Fake news”. Qualunque cosa volesse intendere all’epoca il capo di stato russo, l’esistenza di questo dispositivo di telerilevamento russo-iraniano è nota da diversi anni, poiché Mosca e Teheran hanno annunciato la loro intenzione di intraprendere questo progetto congiunto già nel 2015.
All’inizio del 2021, Valeriy Laboutine, project manager russo per il programma “Khayyam”, ha specificato che il satellite da 650 kg ha una risoluzione lineare di 0,73 metri per una durata di cinque-sette anni. Anche se questa qualità dell’immagine è lontana dal raggiungere gli standard dei satelliti spia occidentali, moltiplica, comunque, per dieci volte le capacità del precedente satellite prodotto e lanciato dall’Iran nel 2021 e gli conferisce, pertanto, una capacità di sorveglianza autonoma.