La Strategia di Cybersecurity di Cina e Russia: Autosufficienza e Resilienza

di Emanuela Ricci

Così la schermata blu che venerdì scorso è comparsa sui pc di mezzo mondo mandando in tilt aeroporti, borse, ospedali etc., non è comparsa in Cina, dove Alibaba, Tencent e Huawei sono gli unici a fornire al paese i servizi in cloud. Pechino è stata lungimirante perchè da qualche anno ha attuato un programma di sostituzione dei servizi IT esteri con quelli nazionali, così come hanno fatto paesi come Usa e Regno Unito sganciandosi dalla tecnologia Huawei.

In Russia, invece, con la guerra in Ucraina, sono arrivate le sanzioni occidentali e così Microsoft e altre aziende IT hanno sospeso le vendite di servizi e ridotto le loro attività nel Paese. In Russia operano aziende di cybersecurity nazionali come Kaspersky Lab. Funzionari del Cremlino si sono vantati del fatto che la Russia non sia stata colpita dall’interruzione dei servizi, tanto che il ministero dello Sviluppo digitale ha dichiarato: “La situazione evidenzia ancora una volta l’importanza della sostituzione del software straniero.

In Cina, la spinta verso l’autosufficienza tecnologica è parte di una strategia più ampia nota come “Made in China 2025“, che mira a ridurre la dipendenza dalle tecnologie estere e a promuovere l’innovazione domestica. Questo programma ha visto investimenti massicci in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di diventare leader mondiale in settori chiave come l’intelligenza artificiale, le telecomunicazioni e la biotecnologia. Le autorità cinesi hanno anche implementato rigide normative sulla sicurezza informatica che richiedono alle aziende tecnologiche di collaborare strettamente con il governo e di garantire che i dati sensibili siano conservati all’interno del paese.

In Russia, il panorama tecnologico è stato profondamente influenzato dalle sanzioni imposte in seguito all’annessione della Crimea nel 2014 e all’invasione dell’Ucraina nel 2022. Queste sanzioni hanno spinto il governo russo a promuovere una politica di “sostituzione delle importazioni”, incentivando lo sviluppo di tecnologie domestiche per sostituire quelle occidentali. Questo ha portato alla creazione di alternative russe a software e hardware stranieri, come il sistema operativo Astra Linux e il motore di ricerca Yandex. Tuttavia, la qualità e l’affidabilità di queste alternative sono spesso inferiori rispetto alle controparti occidentali, e le aziende russe devono affrontare sfide significative nel mantenere aggiornate e sicure le loro infrastrutture IT.

Nonostante i progressi compiuti da Cina e Russia nell’ottenere l’autosufficienza tecnologica, entrambe le nazioni continuano a dipendere in qualche misura da componenti e tecnologie estere. Le restrizioni alle esportazioni imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati hanno reso difficile per queste nazioni accedere a semiconduttori avanzati, software di progettazione elettronica e altri componenti cruciali per lo sviluppo di tecnologie di punta. Questo ha portato a un aumento dei costi e a ritardi nella produzione, ma ha anche incentivato ulteriormente gli sforzi per sviluppare capacità interne.

Cina e Russia hanno dimostrato una notevole resilienza tecnologica di fronte alle pressioni geopolitiche e alle restrizioni economiche anche se il loro cammino verso l’autosufficienza è ancora in corso. Le sfide che affrontano nel sostituire completamente le tecnologie occidentali con soluzioni domestiche evidenziano, tuttavia, la complessità e l’interdipendenza dell’ecosistema tecnologico globale.

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