Così il ministro della Difesa Elisabetta Trenta oggi in visita alla scuola della Marina Militare a La Maddalena. “La giornata di oggi a La Maddalena testimonia il reale e concreto impegno dell’Italia nel processo di stabilizzazione in Libia. Oggi si è infatti concluso un ulteriore ciclo formativo svolto dal Comando dell’Operazione European Naval Force Mediterranean – Eunavfor Med Operation Sophia- Sophia (missione europea a guida italiana) a favore del personale della Guardia Costiera e della Marina Libica. L’assistenza tecnica e l’addestramento del personale che abbiamo assicurato grazie al prezioso supporto della nostra Marina Militare dimostra in maniera straordinariamente eloquente quante energie stia investendo il nostro Paese per raggiungere quegli obbiettivi di sicurezza che ritengo debbano essere comuni non solo ai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, ma a tutta l’Europa.
Formando le autorità locali, fornendogli il nostro pieno sostegno secondo i creticri stabili dalle principali convenzioni internazionali, ma soprattutto secondo gli standard democratici che ci contraddistinguono, assicuriamo al popolo libico piena autonomia e un futuro, aprendo un percorso concreto verso la pace e la sicurezza non solo del Mediterraneo, ma dell’Italia stessa, anche in tema di flussi migratori. Questi sono fatti. Questo è il lavoro che stiamo portando avanti. In silenzio, senza particolari trionfalismi, e con grande responsabilità”.
Operazione EUNAVFOR MED Sophia è solo uno degli elementi di una più ampia risposta globale dell’UE alla questione migratoria, che cerca di affrontare non solo la sua componente fisica, ma anche le sue cause profonde, compresi conflitti, povertà, cambiamenti climatici e persecuzioni. Il mandato principale della missione è quello di intraprendere sforzi sistematici per identificare, catturare e sbarazzarsi di navi sospettate di essere utilizzate da trafficanti di migranti, al fine di contribuire a più ampi sforzi dell’UE per distruggere il modello commerciale del traffico di esseri umani nel Mediterraneo centrale meridionale e prevenire l’ulteriore perdita di vite umane in mare. Come concordato dagli ambasciatori dell’UE in seno al comitato di sicurezza il 28 settembre, l’operazione è passata alla fase 2 delle acque internazionali, che comporta l’imbarco, la ricerca, il sequestro, in alto mare, delle navi sospettate di essere utilizzate per contrabbando o traffico di esseri umani. Lo scorso 20 giugno il Consiglio ha prorogato fino al 27 luglio 2017 il mandato dell’operazione Sophia, rafforzandolo la missione con l’aggiunta di due compiti aggiuntivi:
– addestramento delle guardie costiere e della marina libiche;
– contribuire all’attuazione dell’embargo sulle armi delle Nazioni Unite in alto mare al largo delle coste della Libia.