Per la sua posizione geografica, la Turchia svolge un ruolo strategico chiave sia in vista di una possibile estensione della guerra in Ucraina sia nel contesto del conflitto in Medio Oriente. Il governo turco desidera aumentare la propria indipendenza difensiva e ha appena approvato lo sviluppo del proprio sistema di difesa aerea Steel Dome (Cupola d’Acciaio), distinguendosi dal sistema antimissilistico European Sky Shield Initiative (Essi), lanciato dalla Germania nel 2022.
Così, la Turchia lancia un progetto integrale per sviluppare un sistema di difesa aerea, sostenuto dal Comitato dell’Industria della Difesa con il presidente Recep Tayyip Erdogan alla guida. Il sistema Steel Dome combinerà vari sistemi sviluppati in Turchia. Ankara investe da tempo nella sua industria della difesa, poiché gli Stati Uniti si sono rifiutati di fornire i propri sistemi alla Turchia a causa della diffidenza di diversi congressisti nei confronti del governo di Erdogan. Ora, questo nuovo sforzo mira a creare uno scudo capace di proteggere lo spazio aereo turco da possibili minacce. Integrando questi sistemi con altre tecnologie avanzate, il paese intende costruire una rete aerea integrata e interconnessa, progettata per integrare vari livelli di sistemi di difesa in una rete strutturata. Tra i suoi componenti si includono radar a lunga distanza, missili intercettori capaci di attaccare più obiettivi contemporaneamente, sistemi di comando e controllo e intelligenza artificiale per un migliore processo decisionale. La Turchia risponde così all’escalation di tensioni nella regione, alle crescenti minacce aeree e alla decisione di Ankara di trasformare il paese in un leader nell’industria della difesa. Investendo in questa tecnologia, la Turchia intende proteggere il proprio spazio aereo e posizionarsi come attore importante nel mercato globale.
Il grado di indipendenza della Turchia nella difesa influisce indirettamente sull’UE, impegnata ad aumentare la rapidità con cui inviare truppe al fianco orientale della NATO. Sotto la guida dei Paesi Bassi, si sta creando una sorta di “Schengen militare” a cui partecipano molti stati membri dell’UE, gli Stati Uniti, il Canada e la Norvegia. Anche la Turchia vorrebbe partecipare e ha presentato una richiesta tre anni fa, senza successo. L’UE rifiuta la cooperazione in materia di difesa a causa del non rispetto dello stato di diritto del paese presieduto da Erdogan, ma ciò potrebbe cambiare. Gli europei «non possono più permettersi di escludere la Turchia, in materia di difesa.
Le aziende di difesa turche stanno crescendo molto rapidamente. Non lontano da Kiev, l’azienda Baykar sta costruendo una fabbrica per la produzione di droni con un’importante influenza regionale. Il peso geopolitico della Turchia è aumentato anche recentemente. Per la sua posizione ha una grande influenza e ospita operazioni antiterrorismo e armi nucleari statunitensi. Il suo esercito è il secondo più grande nella NATO. Ci sono molti elementi a favore della cooperazione dell’UE con Ankara nel campo della difesa. Tuttavia, per alcuni paesi dell’Unione Europea ciò è controbilanciato dall’orientamento autoritario di Erdogan e dagli sforzi solitari di politica estera del partner NATO come l’acquisizione del sistema di difesa aerea russo S-400, il lungo blocco della Svezia e dell’adesione della Finlandia all’alleanza e le minacce contro la Grecia nel Mediterraneo orientale.
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