L’accordo Israele-Hamas su un filo di rasoio

di Andrea Pinto

Binyamin Netanyahu ha espresso dubbi sulla possibilità di una tregua con Hamas, nonostante la pressione degli Stati Uniti. Antony Blinken, segretario di Stato USA, è stato in Egitto dopo una breve visita in Israele, durante la quale ha avvertito che il tempo per raggiungere un accordo si stava esaurendo. Questo accordo potrebbe portare alla liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas e alla fine della guerra a Gaza. L’esercito israeliano ha riferito di aver recuperato i corpi di altri sei ostaggi durante un’operazione notturna, evidenziando la drammatica situazione di coloro che sono ancora prigionieri. Raffreddando così i buoni propositi per raggiungere una tregua credibile.

Blinken ha dichiarato che Israele ha accettato la proposta elaborata dagli Stati Uniti la settimana scorsa e sottoposta a entrambe le parti, ma Hamas l’ha respinta, per le troppe concessioni a favore di Israele. Tra queste richieste c’è il mantenimento del controllo sul corridoio Filadelfia, che corre lungo il confine tra Gaza e l’Egitto. Netanyahu ha affermato, durante i forum Tikva e Gvura, che rappresentano i parenti delle vittime e degli ostaggi, che Israele insisterà nel mantenere il controllo dell’area e ha aggiunto di “non essere sicuro che ci sarà un accordo“.

Il Forum delle Famiglie degli Ostaggi, che il primo ministro ha incontrato più tardi nella giornata, lo ha però accusato di voler “sabotare” i colloqui di pace. Durante la sua visita in Israele, Blinken ha avvertito che la proposta di tregua statunitense era “probabilmente la migliore, forse l’ultima, opportunità per riportare a casa gli ostaggi, ottenere un cessate il fuoco e avviare tutti verso un percorso migliore per una pace e sicurezza durature“. Israele ritiene, comunque, che circa un terzo dei 110 ostaggi rimasti sia già morto. Nella notte di lunedì, il presidente Biden ha affermato che Hamas si stava per ritirare dall’accordo di cessate il fuoco, sostenuto da Egitto e Qatar.

Netanyahu ha dichiarato di voler un accordo per liberare il “maggior numero possibile” di ostaggi, ma i suoi oppositori in Israele lo hanno accusato di fare richieste troppo pertinenti che hanno fatto fallire i colloqui. “Tutti i tentativi di Netanyahu di sabotare le negoziazioni devono finire. Un accordo subito, prima che muoiano tutti“, ha detto il leader dell’opposizione Yair Lapid. Nel frattempo il bilancio delle vittime palestinesi continua a salire, con oltre 40.000 morti nel corso della guerra, secondo le autorità sanitarie gestite da Hamas.

I colloqui si svolgono, comunque, in un clima di minacce da parte dell’Iran e di Hezbollah. Entrambi hanno promesso una risposta dura agli attentati israeliani nei loro territori, ma una tregua potrebbe scongiurare i loro attacchi. Hamas, tuttavia, ha insistito sul fatto che non accetterà mai la proposta di tregua degli Stati Uniti a meno che Israele non si ritiri completamente dalla Striscia Gaza. Una condizione che Netanyahu non accetterà mai.

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