Di recente anche gli Houthi nello Yemen hanno annunciato il possesso di missili ipersonici (probabilmente trasferiti dall’Iran) per condurre le proprie azioni di interdizione del traffico marittimo nel Mar Rosso. La gittata del missile ipersonico Fatah è compatibile con le distanze che separano Israele dall’Iran.
di Pasquale Preziosa
L’Iran si sta impegnando con successo nel campo tecnologico ricorrendo al reverse engineering da manufatti occidentali per la produzione di nuovi armamenti e tecnologie applicate per raggiungere più velocemente i risultati attesi sul campo di battaglia.
Nel 2011 e 2012 gli iraniani furono in grado di catturare droni USA (Sentinel RQ 170 e altri) attraverso l’esame dei quali svilupparono poi, tutta una serie di nuovi droni targati Made in Iran (Shahed 136).
L’affidabilità dei droni sviluppati ha indotto la Russia a negoziare la costruzione di una nuova fabbrica di droni iraniani presso Elabuga nel Tatarstan in cambio di velivoli caccia Su-35 e il livello di interscambio in questo settore tra i due Paesi si è quintuplicato nel tempo.
La capacità di reverse engineering è stata applicata (Iran Observer su X) con successo anche alla tecnologia single crystal blade delle palette turbina dei motori CFM56-5B montati sugli aeroplani Airbus iraniani da parte del MAPNA Group e la Russia sta ora inviando i propri Airbus per la manutenzione motori in Iran (C-check).
“La forza aerospaziale delle Guardie rivoluzionarie nel giugno 2023 ha presentato il proprio missile ipersonico (mach 13-15), denominato Fatah, con una gittata di 1400 km”.
La gittata del missile ipersonico Fatah è compatibile con le distanze che separano Israele dall’Iran.
Di recente anche gli Houthi nello Yemen hanno annunciato il possesso di missili ipersonici (probabilmente trasferiti dall’Iran) per condurre le proprie azioni di interdizione del traffico marittimo nel Mar Rosso.
La notizia è stata diffusa dal canale russo Ria Novosti ed è meritevole quindi di approfondimento intelligence circa la veridicità del contenuto.
L’Iran quindi si sta preparando per fronteggiare le minacce alla sua sicurezza dotandosi di velivoli di quarta generazione plus plus, con limitata capacità stealth ma con grande capacità di manovra (vettorizzazione del getto) nell’impiego aria- aria e aria-suolo.
Il Su35 è considerato uno dei velivoli caccia più potenti grazie alle sue elevate capacità offensive e difensive e con raggio di azione compatibile con la distanza da Israele.
L’Iran ha dimostrato di avere capacità missilistiche e satellitari sin dal 2009 con la messa in orbita del satellite Omid.
La tecnologia missilistica impiegata per mettere in orbita i satelliti è comune a quella dei missili balistici superficie-superficie a lungo raggio.
Secondo il U.S. Institute of Peace l’Iran possiede il più grande e diversificato arsenale di missili balistici del Medio Oriente.
I paesi del G-7 hanno minacciato l’Iran di poter prendere misure significative nel caso dovesse continuare a sviluppare sistemi missilistici più potenti, ma tali minacce potrebbero non essere ostative per i piani di rafforzamento delle capacità militari iraniane.
Associare un missile balistico ad una testata nucleare è complicato ma non impossibile, sviluppare invece una capacità di rilascio di testate nucleari multiple è molto complesso.
Sul piano negoziale per la limitazione del nucleare iraniano per scopi militari non si sono registrati progressi con l’Occidente: l’Iran ha respinto la proposta per rilanciare l’Accordo JCPOA (Joint Comprehensive Plan of Action).
L’Iran ha l’appoggio sia della Russia sia della Corea del Nord che sono due potenze nucleari che non sono contrarie a un Iran nucleare.
Inoltre, l’Iran e la Cina hanno stretto relazioni diplomatiche, commerciali e militari negli ultimi decenni, sviluppando un partenariato economico soprattutto per la fornitura di petrolio e per contrapporsi all’influenza occidentale.
Il raggiungimento della capacità nucleare da parte dell’Iran sconvolgerà ulteriormente la già fragile architettura di sicurezza in Medio Oriente messa a dura prova dal 7 ottobre 2023.
La potenziale dichiarazione da parte dell’Iran sciita di aver raggiunto la soglia nucleare militare, “garantirà” ai sunniti il raggiungimento del medesimo status (Balance of power).
I paesi medio orientali ritengono che il possesso delle armi nucleari sia una sorta di assicurazione contro eventuali invasioni straniere e ripetutamente ricordano il caso libico che pur ottemperando a tutte le sanzioni imposte, alla fine fu destabilizzata.
L’Iran ha dimostrato ripetutamente di esser diventata una potenza cyber in grado impossessarsi di informazioni (Cyber espionage) e capacità di attacchi alle infrastrutture critiche dei paesi vittima (Gonjeshke Darande,…)
L’Iran proseguirà la sua corsa tecnologica e le sanzioni occidentali non sembrano poter impedire il raggiungimento dei risultati attesi.
I dissapori con gli USA risalgono al colpo di stato promosso dalla CIA nel lontano 1953 ai danni del primo ministro Mohammad Mosaddegh ritenuto nazionalista per favorire Mohammad Reza Pahlavi ritenuto invece “favorevole” agli interessi di alcune potenze occidentali.
Purtroppo, la debole governance di Reza Pahlavi portò nel 1978 alla Rivoluzione islamica sciita con l’ascesa della prima teocrazia al potere nel mondo islamico.
Tali dissapori si attenuarono nella comune lotta contro i talebani in Afghanistan, ma riaffiorarono dopo l’inclusione dell’Iran nell’Asse del Male che portò il Gen. Qassen Soleimani a suggerire il ripensamento dei rapporti con gli USA.
Soleimani fu ucciso il 3 gennaio 2020 da 4 missili lanciati da un drone MQ-9 in Iraq mentre esercitava il ruolo di messaggero per la distensione dei rapporti tra l’Iran e Riyadh (era atteso da rappresenti sauditi).
L’uccisione Soleimani ha aperto la porta ai cinesi che si sono prodigati per la “pacificazione” tra i sunniti e gli sciiti con l’apertura della porta al presidente iraniano Ebrahim Raisi in Arabia Saudita e congelamento della guerra nello Yemen.
La recente uccisione degli ufficiali iraniani a Damasco in infrastrutture tutelate dalle convenzioni internazionali da parte di Israele ha generato una serie di reazioni molto potenti e promesse di forti risposte da parte dell’Iran, che non tarderanno a manifestarsi.
L’Iran continua col commercio e con la diplomazia ad aprirsi la strada verso la Cina attraverso l’Uzbekistan e il Turkmenistan.
Il nuovo modus operandi del Sud Globale è ora basato sul commercio e sulla diplomazia a differenza del modus occidentale basato sul contrasto e sulle sanzioni.
Ma l’Iran non fermerà il suo percorso di preparazione per il contrasto di Israele e dopo la risposta per l’uccisione dei suoi ufficiali in territorio diplomatico il livello del terrorismo internazionale contro l’occidente sarà ancora più elevato.
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