di Antonio Adriano Giancane
Le milizie Houthi sostenute dall’Iran hanno avvertito di una risposta “ampia e significativa” all’attacco aereo israeliano contro la città portuale yemenita di Hodeidah.
Il raid aereo, eseguito con F-35 da Israele, è stata una risposta all’attacco operato con l’utilizzo di un drone da parte degli Houthi avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì scorso a Tel Aviv, in cui un uomo di 50 anni ha perso la vita. Il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha dichiarato che l’attacco a Hodeidah è stato “un’azione esclusiva dell’Idf” e che non sono state coinvolte altre parti.
In risposta all’attacco israeliano, il gruppo ribelle, che controlla ampie zone dello Yemen settentrionale, tra cui Hodeidah, ha affermato di aver lanciato missili balistici e da crociera contro Eilat, nel sud di Israele, ma ha aggiunto che non si trattava di una rappresaglia “significativa”. Il canale al-Masirah ha riferito che i jet israeliani hanno ucciso sei persone e ne hanno ferite più di 80. In particolare, in una dichiarazione rilasciata dal ministero della Sanità si legge che “sei persone sono state martirizzate, tre sono ancora disperse e altre 83 sono state ferite” negli attacchi che hanno colpito una centrale elettrica e le strutture di stoccaggio del carburante nel porto.
Il portavoce degli Houthi, Mohammed Abdulsalam, ha dichiarato ad Al Jazeera che il gruppo non si atterrà a nessuna regola d’ingaggio nella sua risposta all’attacco, “tutte le istituzioni sensibili saranno un obiettivo per noi”. L’esercito israeliano ha poi annunciato l’abbattimento, da parte del suo sistema di difesa missilistica Arrow3, di un missile terra-superficie lanciato ieri dallo Yemen. Prima dell’intercettazione, le sirene hanno suonato nella città portuale di Eilat sul Mar Rosso, facendo correre i residenti al riparo. Separatamente, il Comando centrale statunitense ha dichiarato sabato di aver “distrutto con successo” un drone Houthi sul Mar Rosso.
Ali al-Qahoum, membro dell’ufficio politico Houthi, ha annunciato che la risposta del gruppo è imminente. “Diciamo ai sionisti di non festeggiare troppo, … La risposta dello Yemen sta arrivando e sarà dolorosa. Non sfuggirete alla punizione; vi pentirete e vi lamenterete. Potrete scegliere se tornare da dove siete venuti o rimanere nei rifugi”. Yoav Gallant, ministro della Difesa israeliano, e Lloyd Austin, segretario alla Difesa degli Stati Uniti, hanno discusso dell’attacco Houthi a Tel Aviv e della rappresaglia israeliana di sabato; Austin ha ribadito che gli Stati Uniti si impegnano per la sicurezza di Israele e sostengono il suo diritto a difendersi. António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha rilasciato una dichiarazione in cui invita “tutte le parti interessate a evitare attacchi che potrebbero danneggiare i civili e le infrastrutture civili”.
Decisamente il conflitto tra Israele e gli Houthi rappresenta una delle molteplici sfaccettature della complessa dinamica geopolitica del Medio Oriente. Mentre Israele, dopo l’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre, continua a fronteggiare le minacce immediate provenienti dai suoi vicini e dai gruppi militanti regionali, l’influenza degli Houthi sostenuti dall’Iran aggiunge un ulteriore strato di incertezza e preoccupazione. La capacità degli Houthi di destabilizzare ulteriormente la regione attraverso missili e droni rappresenta un rischio costante per Israele, che monitora attentamente gli sviluppi nello Yemen. La delicatissima situazione suggerisce la necessità di approcci diplomatici e cooperazione internazionale per cercare di ridurre le tensioni per promuovere una maggiore stabilità nella regione.
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