Le relazioni tra Russia e gran parte dell’occidente hanno raggiunto il picco più basso lunedì, con l’espulsione di oltre 100 diplomatici russi da due dozzine di paesi in tutto il mondo. Le espulsioni senza precedenti sono state pubblicizzate lunedì con una serie di annunci coordinati emessi da quasi ogni capitale europea, così come da Washington, Ottawa e Canberra.
Nelle prime ore del mattino di martedì, il numero delle espulsioni ha raggiunto le 118 unita’ senza tener conto nel conteggio i 23 espulsi dalla Gran Bretagna la scorsa settimana.
Altre espulsioni sono previste nei prossimi giorni. Le accuse dei governi occidentali si riferiscono al fatto che non si tratterebbe di espulsione di veri diplomatici ma di “spie” russe sotto copertura.
Espulsioni di massa di così tanti diplomatici non si ricordano nella storia, neanche ai tempi della guerra fredda.
Negli Stati Uniti l’espulsione di 60 diplomatici rischia di far chiudere il consolato russo a Seattle.
In Europa stranamente, questa volta, tutti i paesi, circa 23 hanno espresso un raro atto di unità nell’espellere i diplomatici russi. Italia e Grecia non hanno ancora preso posizioni al riguardo.
Dal momento che l’intera rete estera dell’intelligence Russa e’ stata soppiantata molti pensano che la capacità russa di spionaggio fuori dai confini nazionali sia del tutto compromessa.
Se venisse confermata la regia del Cremlino nel tentato omicidio del russo disertore Sergei skripal, viene alla luce il fatto che i russi non avrebbero previsto una reazione del genere da parte di tutti i governi dell’occidente.
In sostanza sarebbe stata persa la capacità operativa di oltre due terzi di spie sotto copertura in Europa e Nord Europa ed e’ questa la principale problematica per gli addetti a lavori dell’establishment di Putin, e del SVR, il servizio militare di intelligence.
Solo nel corso della seconda guerra mondiale, i nazisti fecero meglio durante la conquista dell’Europa, dove arrestarono numerosissime spie sovietiche sotto copertura.
La Russia, in un tweet il 13 marzo scorso, ha fatto sapere che applicherà le ritorsioni a specchio quindi identiche a quelle dei governi occidentali, ovvero invitera’ parte dei diplomatici occidentali a lasciare il suolo russo. Gli analisti affermano che chi perderà maggiormente saranno gli occidentali perché e’ difficile ricostruire la rete di spie in Russia, rispetto al mondo occidentale, notoriamente più aperto.
Altro aspetto e’ che l’operazione del 4 marzo scorso sarebbe stata fatta da specialisti russi non inquadrati nella rete diplomatica. Questo dimostra che sfaldare la rete diplomatica russa non comprometterà la loro capacità ad operare in contesti operativi complessi come nel caso Skripal, dove tutto viene preparato e messo in pratica da operatori di altissimo livello.
Tuttavia le operazioni di intelligence russe più dannose contro l’occidentale sono state effettuate in ambiente ibrido. Le elezioni in Ucraina, Usa e Francia ne sono state un esempio. Allora e’ doveroso porci una domanda: ma la Russia ha davvero subito danni alla rete di presunte spie impiegate all’estero?