Le terre dei valori umanitari

Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca

devi augurarti che la strada sia lunga

fertile in avventure e in esperienze (…)

Sempre devi avere in mente Itaca

raggiungerla sia il pensiero costante.

(Costantinos Kavafis)

( di Santa Fizzarotti Selvaggi) Nella parola “umanità” si cela la storia dell’uomo, la sua natura e le chiavi interpretative e simboliche del mondo. E se la biologia è «un destino», l’esperienza «simbolica dell’umanità» ci consente di accedere ai territori dell’immaginazione e della creatività, del «portare ad esistere» parti di noi (cfr. D. W. Winnicott).

In verità c’è all’interno di ciascuno di noi la difficoltà a riconoscere la Diversità e la reciproca Alterità: l’Associazione Crocerossine d’Italia- Onlus, alla luce dei valori umanitari ,che si inscrivono al di là di assiomi, può se non proporsi quale modello di identificazione per la costruzione di una società fondata sul valore di una solidarietà spontanea e profonda. È l’atto solidaristico che definisce la nostra identità di esseri umani. In ogni caso si tratta di un progetto per l’umanità e le sue infinite rappresentazioni. Invero siamo dinanzi ad un cambiamento epocale e d’altra parte, come ci ricorda Ernesto Balducci, siamo ormai di fronte all’Uomo Planetario poiché «noi abitiamo la città Terra»: dinanzi a tale realtà l’unica possibilità che abbiamo è «aver fede nell’umanità» e non già soltanto «nell’umanità così com’è, ma nell’umanità come può essere». Oggi con le nuove tecnologie, così come quando «l’uomo scoprì l’uso del fuoco, ci troviamo dinanzi ad una scelta: distruggere o costruire». È sempre l’essere umano la misura di tutte le cose all’interno di molte situazioni ed eventi.

Dalla nostra esperienza possiamo affermare che non può esservi discrasia tra la teoria e la prassi, fra la parola e le azioni.

La storia umana, come si sa, è intrisa di violenza e oggi più che mai necessita di testimoni. Hammurabi istituì il codice delle leggi proprio per difendere il più debole nei confronti del più forte.

Siamo, però, alle soglie di grandi mutamenti, forse di mutazioni, così come si usa dire in genetica, forse siamo dentro la mutazione. Ma proprio quando si ha la consapevolezza di essere dinanzi a nuovi scenari della storia si ha il bisogno di creare nuovi modelli e una nuova cultura in modo da non essere o sentirsi inadeguati. Indispensabile è il dialogo tra le culture e le varie identità e soggetti della storia.

Immanuel Kant, come asserito da molti studiosi, ha affermato che la norma etica di base per l’uomo è quella per cui egli tratta la propria umanità e l’umanità degli altri «come un fine e mai semplicemente come un mezzo».

Questo principio nonostante le varie storiche «trasgressioni è sempre stato riaffermato»…: Ma per poter accettare il cambiamento, meglio la trasformazione della società, bisogna innanzitutto essere pronti al cambiamento individuale, il che vuol dire essere pronti a costruire, nel rispetto della propria e altrui storia, una identità integrata mutevole e dinamica.

D’altra parte si sa che l’identità è comunque un processo e che resistere ai cambiamenti determina la fine di qualsiasi società e istituzione.

Come innanzi detto, il senso dell’Umanità, nel corso della storia, è stato il più affermato e contemporaneo il più disatteso e tradito per motivi molto complessi e profondi: il potere sull’Altro, infatti, rassicura, determina un senso di onnipotenza, quale misura controfobica nei confronti della morte. Il potere sull’Altro si nutre di Thanatos per cui la violenza, di qualsiasi natura e comunque si manifesti, finisce per generare violenza. Qui si tratta, invece, di “mutare” ottica. La storia ha generato divisioni , grandi ed acute conflittualità per cui la memoria è necessaria. Soltanto con una rimemorizzazione, infatti, è possibile una riflessione sul senso dell’uomo nella storia di oggi.

Ciò significa cambiare la prospettiva che implica la consapevolezza del proprio limite, oltre che riconoscere dentro di noi le organizzazioni “difensive”.

Nello sguardo dell’Occidente spesso non si accende la luce della “reciprocità”, vale a dire del rispetto per l’Alterità. I popoli che sono stati «oggetti di storia» ora si pongono come «soggetti di storia»: e ciò dobbiamo riconoscerlo nell’interesse proprio del sentirsi portatori e testimoni di Umanità, ci turba profondamente (cfr. E. Balducci).

Se non si verifica una trasformazione e una metamorfosi all’interno di noi non potremo mai comprendere appieno “ le terre dei valori umanitari “ che non si fondano sulla forza, bensì sull’integrazione e sul rispetto delle differenze e delle identità.

L’autoriflessione e l’analisi della realtà sono fondamentali per la comprensione del mondo simbolico culturale di ciascun essere umano.

Le terre dei valori umanitari