Il diretto coinvolgimento della Corea del Nord a sostegno della Russia nella guerra contro l’Ucraina solleva gravi preoccupazioni sul piano internazionale. La presenza di soldati nordcoreani al fronte rafforza non solo l’arsenale umano e logistico di Mosca, ma rappresenta anche un’espansione globale del conflitto, con ripercussioni che vanno oltre i confini europei e minacciano la stabilità della regione indo-pacifica.
di Antonio Adriano Giancane
La NATO e vari governi occidentali considerano l’alleanza tra Mosca e Pyongyang come un pericoloso precedente, potenzialmente capace di innescare un’escalation militare e consolidare i rapporti tra regimi autoritari, complicando ulteriormente gli sforzi per la stabilità internazionale. Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha dichiarato ieri che truppe nordcoreane sono già state inviate in Russia, con unità operative dispiegate nella regione di Kursk. L’alleanza, avverte Rutte, rappresenta una minaccia diretta per la sicurezza non solo europea, ma anche dell’intero Indo-Pacifico.
A inizio mese, Kiev aveva già lanciato un avvertimento riguardo all’arrivo di circa 10.000 soldati nordcoreani in Russia. Recentemente, un contingente di queste truppe è stato trasferito per supportare i 50.000 soldati russi impegnati nella riconquista della regione di Kursk, occupata dalle truppe ucraine dall’agosto scorso. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha segnalato che i soldati nordcoreani potrebbero essere già stati dispiegati in aree di combattimento, prefigurando un’imminente intensificazione del conflitto.
La Corea del Nord, sostiene Rutte, ha già inviato a Mosca munizioni e missili balistici, mentre la Russia starebbe fornendo a Pyongyang le tecnologie necessarie per aggirare le sanzioni internazionali. Rutte ha sottolineato che questa alleanza rappresenta una minaccia non solo per la pace nella penisola coreana, ma per l’intera sicurezza euro-atlantica, e che il dispiegamento di combattenti stranieri da parte di Putin denota il crescente isolamento della Russia e l’incapacità di far fronte alle perdite sul campo. “Il ricorso a truppe nordcoreane è un segnale della crescente disperazione di Putin,” ha dichiarato Rutte, stimando che oltre 600.000 soldati russi siano stati uccisi o feriti dall’inizio della guerra, rendendo l’aiuto straniero una risorsa essenziale per l’assalto russo.
Anche Zelensky ha ribadito la stima delle perdite russe, che a suo dire hanno ormai superato le 650.000 vittime. Le fonti ucraine sostengono che l’impiego di truppe nordcoreane indichi anche un rallentamento del reclutamento russo. La NATO, ha concluso Rutte, esorta la Russia e la Corea del Nord a cessare immediatamente queste azioni.
Secondo analisti militari ucraini, intanto, le forze russe si sarebbero spinte fino a soli 7 km da Pokrovsk, città ucraina della regione di Donetsk e cruciale centro logistico per l’esercito ucraino. Qui, la presenza di una miniera di carbone essenziale per l’industria siderurgica rende Pokrovsk un obiettivo strategico di rilevanza primaria.
La conferma del dispiegamento di truppe nordcoreane a sostegno della Russia è un chiaro segnale dell’intensificarsi dell’alleanza tra Mosca e Pyongyang, e delle potenziali conseguenze per la sicurezza globale. Di fronte a un isolamento sempre più netto, la Russia cerca il supporto in nuovi alleati non convenzionali, nel tentativo di sopperire alle difficoltà militari e logistiche che incontra sul fronte ucraino. Tuttavia, questa collaborazione non si limita al solo campo di battaglia: attraverso scambi di tecnologie e risorse, la Russia contribuisce a rafforzare il programma militare nordcoreano, minacciando la stabilità dell’area indo-pacifica e alterando i delicati equilibri nella penisola coreana. Il conflitto in Ucraina, quindi, non può più essere considerato esclusivamente una crisi europea, ma si delinea sempre più come un problema globale. La comunità internazionale deve affrontare il rischio crescente di una crisi intercontinentale, con conseguenze che potrebbero estendersi ben oltre i confini dell’Europa.
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