In tanti articoli PRP Channel aveva parlato dell’opportunità che Leonardo entrasse quanto prima nella joint venture Fincantieri-Stx. Il 2018 sarà l’anno della svolta dove il gruppo italiano guidato da Profumo potrà avere importanti chances di partecipare attivamente alla nuova cordata Italo-francese che mira a conquistare sempre più importanti fette di mercato nel settore della cantieristica civile e militare.
Dopo il colpo di scena, ad agosto, arrivato con la decisione del Governo francese di nazionalizzare i cantieri navali di Stx quando ormai il gruppo navalmeccanico guidato da Giuseppe Bono era ormai a un passo dal traguardo, Italia e Francia nello scorso settembre hanno raggiunto un accordo che, oltre a sciogliere il nodo dei cantieri bretoni, definisce un percorso di integrazione sul militare tra Fincantieri e Naval Group.
Il primo step è quello del perfezionamento dell’accordo per Stx, dove Fincantieri deterrà una quota del 50% più un 1% in prestito per 12 anni. Si attende ora la conclusione di alcuni passaggi da parte francese per arrivare al closing all’inizio del prossimo anno. A febbraio, Fincantieri presenterà il nuovo piano industriale che terrà conto del nuovo perimetro con Stx.
Più tempo ci vorrà sul fronte militare: la road map dell’operazione prevede un lavoro dei gruppi di studio fino al 30 giugno prossimo. Ed è qui che, per tutelare le proprie competenze, Leonardo punta a partecipare al tavolo negoziale con la joint venture Orizzonte Sistemi Navali, costituita al 51% da Fincantieri e al 49% da Leonardo.
Se Fincantieri guarda alla Francia, i riflettori di Atlantia sono sempre puntati alla Spagna. Ora, si attende la decisione della Cnmv, la Consob spagnola, alla controfferta su Abertis, presentata Acs, la società che fa capo al patron del Real Madrid Florentino Perez, attraverso la controllata tedesca Hochtief. Il via libera non dovrebbe arrivare prima della metà di gennaio. Il gruppo italiano ha, quindi, davanti diverse settimane per decidere come rispondere all’offensiva spagnola. Quello che è certo è che, come l’amministratore delegato di Atlantia Giovanni Castellucci ha ribadito, quella del gruppo italiano non è l’ultima offerta: quella presentata a maggio, che prevede 16,5 euro per azione, non è l’offerta definitiva. Il gruppo, ha assicurato, ha “abbastanza risorse finanziarie per sostenere una eventuale guerra di rilanci”. Insomma, il fronte spagnolo è tutto aperto e promette scintille.