Unità e forza per garantire un ruolo nel nuovo equilibrio mondiale
di Antonio Adriano Giancane
La recente crisi in Ucraina e gli sviluppi geopolitici legati alla guerra hanno messo in evidenza un punto cruciale per il futuro dell’Europa: la necessità di crescere come attore unificato per ottenere un ruolo centrale nella costruzione di un nuovo ordine di pace globale. Questo tema è emerso in modo chiaro durante la conferenza sulla sicurezza di Monaco, dove la discussione si è focalizzata sulle implicazioni delle dichiarazioni di Donald Trump riguardo alla riduzione del supporto militare americano all’Europa e la crescente preoccupazione di una potenziale esclusione del continente dai futuri negoziati sulla pace in Ucraina.
La telefonata tra il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il Presidente russo, Vladimir Putin, che ha preannunciato colloqui bilaterali per porre fine alla guerra in Ucraina, ha scosso le capitali europee. L’inquietudine crescente è alimentata dalla prospettiva che Washington possa prendere decisioni cruciali sulla pace senza consultare l’Europa, un continente direttamente minacciato dalle azioni della Russia. La reazione europea è stata chiara: l’Europa deve essere l’attore principale nella progettazione della nuova architettura di sicurezza mondiale.
Antonio Costa, presidente del Consiglio europeo, ha evidenziato che la Russia non è una minaccia solo per l’Ucraina, ma per l’intera Europa, in particolare per i Paesi baltici e gli Stati dell’Europa orientale. La Russia, infatti, non solo ha messo in discussione la sovranità dell’Ucraina, ma ha anche minacciato territori europei che fanno parte dell’Unione Europea e della NATO. La risposta europea, quindi, non può essere frammentata o subordinata agli interessi di altre potenze. Deve essere chiara, unitaria e forte, per evitare di trovarsi emarginata da un processo di pace che la riguarda da vicino.
Uno dei temi centrali emersi nel corso della conferenza di Monaco è stato l’appello a una maggiore autonomia militare dell’Europa. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato apertamente che l’Europa deve dotarsi di forze armate proprie, in grado di difendersi autonomamente da minacce come quella rappresentata dalla Russia. Zelensky ha sottolineato che la semplice spesa per la difesa non basta: è necessario un esercito europeo che lavori in sinergia con le forze ucraine, che sono le uniche a possedere un’esperienza diretta di guerra moderna. “Non si tratta solo di aumentare la spesa per la difesa in percentuale del Pil. Certo, abbiamo bisogno di soldi, ma i soldi da soli non possono fermare l’avanzata del nemico”, ha affermato Zelensky, richiamando l’attenzione sull’importanza di costruire una difesa condivisa.
L’idea di una forza armata europea non è nuova, ma la guerra in Ucraina ha accentuato l’urgenza di questo progetto. L’Europa non può più permettersi di dipendere esclusivamente dalla protezione degli Stati Uniti. Come ha ribadito Costa, se l’Europa vuole giocare un ruolo significativo nei negoziati di pace e nelle future dinamiche di sicurezza, deve essere pronta a investire concretamente nella propria difesa e a coordinarsi in modo più stretto.
L’Europa, per ottenere un ruolo rilevante nel contesto globale, deve imparare a parlare con una sola voce, come sottolineato anche dal Segretario Generale della NATO, Mark Rutte. La frammentazione e la mancanza di una visione comune non solo indeboliscono il continente, ma compromettono anche la sua capacità di influenzare i processi decisionali a livello internazionale. Se l’Europa non si presenterà come un blocco coeso, rischia di rimanere ai margini di una discussione che riguarda la sua stessa sicurezza e il suo futuro.
La risposta europea alla richiesta di Trump di ridurre la dipendenza dal sostegno militare statunitense deve essere, dunque, quella di rafforzare la propria autonomia. Un’Europa che cresce con una visione comune sulla sicurezza e una politica estera coordinata è l’unica via per evitare che le potenze extraeuropee, come gli Stati Uniti e la Russia, decidano per il continente.

Come esplorato nel libro “LA DIFESA DELL’EUROPA – La nuova difesa europea per le grandi sfide europee“, scritto da Pasquale Preziosa e Dario Velo e pubblicato nel 2019, la creazione di una nuova difesa per l’Europa emerge come una risposta fondamentale alle sfide interne ed esterne che il continente si trova a fronteggiare. A livello interno, si rende urgente il rafforzamento di settori cruciali come la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, nonché la creazione di un’industria della difesa moderna e autonoma, in grado di garantire la competitività e la sicurezza dell’Europa. Sul piano internazionale, la difesa europea assume una valenza strategica per preservare la sicurezza del continente in un contesto globale in continuo cambiamento, dove l’ordine internazionale è in costante evoluzione.
Il futuro della sicurezza europea, pertanto, non può prescindere dalla costruzione di una vera e propria architettura di sicurezza comune, in grado di affrontare minacce esterne come quella russa, ma anche di prevenire conflitti interni e proteggere le democrazie. La partecipazione attiva dell’Europa ai negoziati internazionali, in sinergia con altri attori globali come gli Stati Uniti, deve essere il risultato di un progetto politico ed economico condiviso, capace di rafforzare la sovranità e l’indipendenza del continente.
Il conflitto in Ucraina ha messo in evidenza con forza che l’Europa non può più permettersi di restare una spettatrice passiva in un mondo multipolare in rapida evoluzione. La costruzione di un esercito europeo unito e la creazione di una politica estera comune rappresentano passi imprescindibili affinché l’Europa possa affermarsi come un attore chiave nel nuovo ordine mondiale. Solo attraverso un’Europa coesa e determinata, infatti, il continente potrà esercitare una reale influenza nelle decisioni cruciali per il futuro della pace globale.
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