Il primo ministro libanese Saad Hariri, figlio dell’ex premier Rafiq Hariri, ucciso in un attentato sul lungomare di Beirut il 14 febbraio del 2005 insieme ad altre 22 persone, si è dimesso. L’inatteso annuncio è arrivato con una dichiarazione rilasciata al canale satellitare al-Arabiya e trasmessa direttamente dall’Arabia Saudita, dove Hariri è arrivato ieri in visita per la seconda volta in cinque giorni.
Hariri critica il movimento sciita Hezbollah che fa parte del governo di Beirut e sostiene che il clima creatosi in Libano ricorda quello che portò all’attentato in cui fu ucciso il padre. Parlando della situazione attuale che si vive nel Paese dei Cedri, Saad Hariri sottolinea: “Uno stato di frustrazione, di frammentazione, di divisione ed un clima simile a quello precedente l’omicidio di Rafiq Hariri”.
L’ormai ex primo ministro non nasconde il timore di azioni violente verso la sua persona tanto da dichiarare pubblicamente di avere le prove che ci sia in atto un complotto contro la sua vita e che sarebbero diverse le persone a volerlo morto.
Al riguardo, la tv satellitare al-Arabiya, ha riferito che qualche giorno fa a Beirut è stato sventato un tentativo di attacco ai danni di Hariri, anche se le Forze di sicurezza interna libanesi (Isf) hanno fatto sapere in un comunicato di “non avere alcuna informazione” nel merito.
Il dimissionario premier punta il dito principalmente contro l’Iran, colpevole secondo lui di pesanti interferenze, anche attraverso Hetzbollah notoriamente sostenuti da Teheran, su tutta l’area medio orientale. “Ovunque l’Iran sia presente semina discordia e distruzione. L’Iran è mosso da un profondo odio verso il mondo arabo” poi ha proseguito: “Voglio dire all’Iran e ai suoi sostenitori che hanno perso e che verranno tagliate le mani che hanno messo sulla regione”.
Poi attaccando il movimento sciita ha dichiarato: “Hezbollah è il braccio dell’Iran non solo in Libano, ma anche in altri Paesi arabi, e noi rifiutiamo l’utilizzo del loro arsenale contro i popoli libanese e siriano”.
Ieri, prima di intraprendere l’ennesimo viaggio verso l’Arabia Saudita, Hariri aveva incontrato a Beirut Ali Akbar Velayati, uomo politico iraniano di grande spessore, da sempre ai vertici della politica estera del suo paese, vicino alla Guida Suprema, di cui è il più stretto consigliere per gli affari internazionali. Ali Akbar Velayati, nel corso della sua visita a Beirut ha fatto visita anche al Segretario Generale di Hezbollah, Hasan Nasrallah.
La replica dell’Iran alle accuse, neanche troppo velate mosse dal dimissionario Hariri, non si fa attendere. Queste infatti le dichiarazioni rilasciate ai media locali da Hussein Sheikh al-Islam, consigliere della Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei: “Le dimissioni di Hariri sono state pianificate con Donald Trump, il Presidente americano, e con Mohamed bin Salman, il principe ereditario dell’Arabia Saudita, per destabilizzare la situazione in Libano e nella regione”.
Il Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres, “è preoccupato” per le dimissioni del primo ministro libanese Saad Hariri. In una nota del portavoce, Guterres “spera che tutti concentreranno gli sforzi per sostenere la continuità delle istituzioni statali nell’osservanza della costituzione, e salvaguardando la sicurezza e la stabilità del paese”.
Saad Hariri lascia dunque l’incarico a meno di un anno dalla nomina alla guida dell’esecutivo di Beirut dopo la precedente esperienza di governo tra il 2009 e il 2011.
GB
Foto: rai news