Ieri sera, tredici israeliani, tra cui donne e minori, sono stati liberati e consegnati alla Croce Rossa che li ha visitati e portati oltre il valico di Rafh. Gli agenti dei servizi segreti hanno scortato il gruppo attraverso il valico. Cancello dopo cancello, finalmente termina la prigionia per i tredici che sono stati liberati nel corso dell’operazione denominata “Porte del Paradiso“.
La prima tappa è una base aerea dismessa, trasformata in parco giochi dagli psicologi che hanno formato anche i militari e gli agenti dei servizi che hanno accolti e trasportati per primi i prigionieri.
La frase per i bambini che hanno perso entrambi i genitori, scrive corsera, suggerita ai militari è: “Sono un soldato israeliano e ti riporto a casa“. Da evitare domande su mamma e papà.
Ecco i loro nomi identificati dal ‘Times of Israel’:
- Channa Katzir (77 anni)
- Margalit Mozes (77 anni)
- Yafa Ader (85 anni)
- Hannah Perry (79 anni)
- Adina Moshe (72 anni)
- Daniele Aloni (44 anni)
- Emilia Aloni (9 anni)
- Ruthi Monder (78 anni)
- Keren Monder (54 anni) e Ohad Monder (9 anni).
- Aviv Asher (2 anni)
- Raz Asher (5 anni)
- Doron Katz-Asher (34 anni)
- L’elenco non comprende il nome dell’israelo-americana Abigail Edan, bambina di 4 anni rimasta orfana.
Complessivamente, saranno rilasciati 50 israeliani entro lunedì, a fronte di 150 donne e minori palestinesi detenuti (ieri sono stati scarcerati 39) mentre è in corso il cessate il fuoco. Ohad Mundar, 9 anni, è tornato con sua madre Keren e sua nonna Ruti, 78, che nel video diffuso da Hamas non vuole lasciare la mano della figlia, nonostante la presenza dei medici della Croce Rossa, i secondini in mimetica e passamontagna nero sono ancora lì.
Le madri con i loro figli sono accompagnati all’ospedale pediatrico Schneider di Petah Tikva, dove rimarranno almeno 48 ore. I fondamentalisti hanno anche rilasciato 10 lavoratori thailandesi che operavano nei campi intorno alla Striscia e un filippino che assisteva un anziano a Nir Oz.
Hamas ha presentato solo nella notte la lista dei 13 nomi di oggi, come previsto nell’accordo negoziato dal Qatar. Ismail Haniyeh, uno dei leader del gruppo, assicura da Doha: “Rispetteremo la tregua, è una nostra vittoria“. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ribadisce: “La guerra continua, raggiungeremo gli obiettivi e riporteremo tutti gli ostaggi a casa”. Almeno 220 ostaggi rimangono nelle mani di Hamas o di gruppi minori.
Subscribe to our newsletter!