(di Andra Pinto) Ieri i paramilitari ucraini del gruppo Azov sono rientrati a casa. A prenderli direttamente il presidente Zelensky in Turchia a seguito di una trattativa molto riservata. Così Zelensky su twitter: “Torniamo dalla Turchia e riportiamo a casa i nostri eroi. Finalmente saranno coni loro parenti. Gloria all’Ucraina!“.
Sul volo presidenziale vi erano: Denys Prokopenko, comandante del battaglione Azov, Serhiy Volynskyi, comandante ad interim della 36sima Brigata marina separata, Svyatoslav Palamar, vice comandante del battaglione Azov, maggiore e colonnello della Guardia nazionale, Oleg Khomenko e Denys Shleha.
Su tutte le furie la Russia che ha accusato la Turchia di aver violato i patti, permettendo il rimpatrio di 5 comandanti del battaglione Azov.
Non solo il battaglione Azov rimbalza sulla cronoca delle news internazionali ma anche l’annuncio di Biden di voler fornire a KIev con le tanto contestate bombe a grappolo o cluster bombs, bandite da oltre 100 paesi, Italia compresa.
Washington avrebbe, tuttavia, imposto cinque condizioni all’Ucraina. La più importante è quella che Kiev si impegna a non utilizzarle in territorio russo. Gli alleati americani sono in pieno disaccordo con l’amministrazione Usa sulla fornitura di queste armi tant’è che invocano quanto ratificato a seguito della Convenzione di Oslo del 2008 con la quale si vieta la produzione o l’uso di queste munizioni. La Convenzione non è stata sottoscritta da Usa, Cina e Russia.
Il premier italiano Giorgia Meloni ieri ha ricordato che anche l’Italia “aderisce alla Convenzione internazionale“, auspicando “l’applicazione universale dei principi espressi nel testo”. Germania, Regno Unito e Spagna si sono opposti, parimenti con fermezza, alla decisione americana.
Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha evidenziato che al netto della contrarietà dell’Italia “i russi le usano da sempre anche in Ucraina dall’inizio del conflitto”.
Kiev sulle cluster bombs: “Abbiamo principi chiave di cui sono stati informati per iscritto i partner“. Il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov ha spiegato al riguardo di aver istituito un registro delle zone di impatto dicendo che le bombe serviranno solo per liberare il paese e non per attaccare la Russia. Mosca però non si fida delle rassicurazioni di Kiev ed attacca Washington sulla decisione che potrebbe provocare un’escalation imprevedibile ed inarrestabile.
Il presidente Medvedev è il più duro e, riferendosi a Biden, ha detto: “un nonno col piede nella fossa“. L’accusa nei confronti del presidente americano è quella di voler provocare l’Armageddon nucleare, mentre la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, mette in guardia sostenendo che “i civili saranno presi di mira, come è successo ogni volta che sono stati inviati in Ucraina sistemi d’arma Usa-Nato sempre più letali“. Ad oggi sono circa 9000 i civili caduti in guerra di cui 4000 tra donne, anziani e bambini. Il problema di queste bombe è che una volta lanciate quelle inesplose rimangono nel terreno per lungo tempo generando così un pericolo imperituro per le future generazioni.
Subscribe to our newsletter!