La National Oil Corporation (Noc) libica ha dichiarato che tutte le condutture che collegano Al Zawiya a Tripoli, comprese quelle che attingono dal campo petrolifero meridionale di Sharara, sono state riaperte dopo qualche ora di chiusura. La pipeline numero 16, che collegava il giacimento del sud della Libia, e’ operativa dopo che “un gruppo di manifestanti” lo aveva chiuso, ha spiegato Noc, aggiungendo che Brega Oil Company era comunque stata allertata per fornire carburante a Tripoli via mare durante la chiusura delle condotte. I pozzi di Sharara sono stati riaperti lo scorso dicembre 2016 dopo circa due anni di chiusura, contribuendo ad incrementare la produzione di petrolio della Libia. Il campo e’ operato da Noc in partnership con dalla spagnola Repsol, la francese Total, l’austriaca Omv e la norvegese Statoil. Lo scorso mese di luglio la produzione di petrolio in Libia ha superato un milione di barili al giorno per la prima volta dal 2014. Insieme alla Nigeria, la Libia e’ stata esclusa dall’accordo rinnovato il 25 maggio scorso a Vienna dagli Stati membri dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) sul taglio di 1,8 milioni di barili al giorno. A causa dell’instabilita’ politica, sociale ed economica, la produzione di petrolio libica e’ notevolmente al di sotto di quella dell’era di Muhammar Gheddafi. Nel 2011 la Libia produceva 1,6 milioni di barili al giorno, ed e’ calata fino a 200 mila barili al giorno, ma con la riapertura dei terminal principali lo scorso anno e’ risalita. Secondo quanto detto dal governatore della Banca centrale libica di Tripoli, al Sadiq al Kabir, i danni subiti dalla Libia per la chiusura degli impianti e degli oleodotti, provocata dalle milizie locali nel paese negli ultimi cinque anni, superano i 160 miliardi di dollari.