Il generale Kalifa Haftar alla fine è andato a Palermo ma ha disertato la riunione plenaria. Ha avuto incontri con i ministri europei presenti e poi è ripartito intorno alle 11.00, lasciando un paio di delegazioni per gli incontri tecnici.
L’uomo forte della Cirenaica ha però detto:
“Siamo sempre in stato di guerra e il Paese ha bisogno di controllare le proprie frontiere. Abbiamo frontiere con la Tunisia, Algeria, Niger, Ciad, Sudan ed Egitto e la migrazione illegale viene da tutte le parti sottolineando che il fenomeno favorisce l’ingresso di miliziani e terroristi islamici.
I leader degli Stati a noi vicini devono aiutarci almeno controllando le loro frontiere per non permettere l’immigrazione clandestina che ci crea il problema con le milizie di Al-Qaeda, Isis, movimento islamico e integralisti“.
L’unico aspetto confortante è che Haftar avrebbe detto di essere d’accordo acchè Al Serraj possa rimanere in carica fino alle prossime elezioni nazionali, “non si cambia cavallo mentre si attraversa il fiume“.
Funzionari diplomatici italiani, riporta l’ANSA, sostengono che la Conferenza Nazionale della Libia, primo passo nella road map Onu per le elezioni, si possa svolgere già a gennaio per elezioni a primavera 2019.
Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte ha subito twittato: ‘L’Italia riunisce i protagonisti del dialogo’.Poi ha detto, “riteniamo fondamentale cogliere questa occasione per sostenere il cessate il fuoco a Tripoli e facilitare le discussioni per l’attuazione dei nuovi assetti di sicurezza che abbiano come obiettivo il superamento del sistema basato sui gruppi armati. In questa sede la Comunità internazionale potrà anche esprimere un sostegno concreto alla creazione e al dispiegamento di forze di sicurezza regolari. Dobbiamo fare in modo che gli esiti di questa Conferenza e lo spirito di Palermo, mi piace chiamarlo così, non si esauriscano oggie qui, bensì si traducano in un impegno concreto a portare avanti l’agenda con costanza e determinazione. L’Italia continuerà ad assicurare il suo massimo impegno e mi auguro che tutti i partecipanti possano fare altrettanto“.
Conte, in merito a richieste di “assistenza tecnica, anche sul piano del training”, ha evidenziato che il governo “farà la sua parte”.
Il vicepresidente turco Fuat Oktay ha lasciato Palermo in anticipo e ha detto: “Il meeting informale di stamattina è stato presentato come un incontro tra i protagonisti del Mediterraneo. Ma questa è un’immagine fuorviante che noi condanniamo. Per questo lasciamo questo incontro profondamente delusi. Qualcuno all’ultimo minuto ha abusato dell’ospitalità italiana”, ha aggiunto senza mai nominare il generale Khalifa Haftar. “Sfortunatamente la comunità internazionale non è stata capace di restare unita.
La verità, scrive Repubblica.it, è che per organizzare almeno un incontro allargato con il generale Haftar (e non soltanto dei bilaterali), la presidenza italiana ha accettato di escludere dalla riunione del mattino Turchia e Qatar, ovvero i due avversari dichiarati del generale.
C’erano i capi di governo e di Stato “del Mediterraneo” (il presidente egiziano Sisi, il tunisino Essebsi, il premier russo Medvedev e altri) assieme ad Haftar e al presidente libico Fayez Serraj.
Altra verità che i maggiori giornali internazionali non danno alcun risalto al summit di Palermo.