In primo luogo voglio ribadire che libici e italiani sono amici. Abbiamo superato il retaggio dell’aggressione fascista. E, proprio perché i nostri rapporti sono eccellenti, tengo a combattere chiunque provi a rovinarli. In Italia veniamo in vacanza, i nostri feriti sono curati, abbiamo antiche relazioni economiche. Ma devo anche dire che noi libici teniamo alla nostra indipendenza e sovranità. Nessuno può entrare con mezzi militari nelle nostre acque territoriali senza autorizzazione. Sarebbe un’invasione e abbiamo il diritto-dovere di difenderci, anche se chi ci attacca è molto più forte di noi. Vale per l’Italia, come per qualsiasi altro Paese”. Lo afferma il generale Khalifa Haftar, in una intervista al Corriere della Sera. Secondo Haftar per quanto riguarda la missione italiana in Libia “non c’è stata alcuna intesa con noi. Io non vi ho dato alcuna luce verde. Non solo, nessuno ci ha mai detto nulla. È stato un fatto compiuto, imposto senza consultarci”. Comunque ribadisce “non si tratta di un atteggiamento specificamente anti-italiano. Vale per qualsiasi nave militare straniera che resta un obbiettivo legittimo, se non si coordina con le mie forze armate. Sarraj ha violato in modo grave quegli accordi, dove si dice esplicitamente che mosse di questo genere vanno coordinate tra noi – spiega il generale – Ma la violazione è anche italiana. A Roma sono corresponsabili, sanno benissimo che Sarraj non ha alcuna autorità per permettere alle vostre navi di venire nelle nostre acque territoriali. Non ha chiesto il parere a me e neppure al suo Consiglio presidenziale. La sua è una scelta individuale, illegittima e illegale”. Per quanto riguarda invece il traffico dei migranti Haftar non ha dubbi: “Il problema migranti non si risolve sulle nostre coste. Se non partono più via mare ce li dobbiamo tenere noi e la cosa non è possibile. Anche gli accordi del vostro ministro degli Interni Minniti con le tribù, le milizie e le municipalità del nostro deserto sono solo palliativi, soluzioni fragili. Dobbiamo invece lavorare assieme per bloccare i flussi sui 4.000 chilometri del confine desertico libico nel sud. I miei soldati sono pronti. Io controllo oltre tre quarti del Paese. Possiedo la mano d’opera, ma mi mancano i mezzi. Macron mi ha chiesto cosa ci serve: gli sto mandando una lista”.
La verità? E’ che lui è filo francese, pilotato dai francesi. Ogni azione italiana sarebbe osteggiata e criticata. La Francia da sempre ha avuto influenza con le tribù del sud specialmente con quella da cui proviene il Generale Haftar.