Oltre 200 caschi blu verranno dispiegati sul terreno per garantire la sicurezza della missione Onu. Lo conferma – in un’intervista a La Stampa in apertura – Ghassan Salamè, inviato dell’Onu in Libia, che lancia anche un appello all’Europa affinchè parli a una sola voce. I caschi blu, spiega, “saranno un pò meno di 250, ma credo che possano essere dispiegati già nelle prossime settimane. Questo ci permetterà, verso l’inizio di ottobre, di condurre una parte significativa delle nostre attività in Libia. Cosa che non è stata possibile dal 2014, anche se la nostra presenza non e’ mai venuta meno: i nostri colleghi libici hanno continuato a lavorare per l’Onu”. Sul fatto che in Libia ci siano molte iniziative da parte di diversi Stati, e che possano essere troppe, commenta: “Credo che il proliferare di iniziative, di mediazioni, non aiuti. Parlo a tutti. Organizzazioni, governi, eccetera. I libici sono confusi. Ci sono sei-sette diverse operazioni davanti ai loro occhi. Non fatemi citare nessuna di queste, non voglio fare nomi, europei o non europei. Ma ricordatevi: troppi cuochi guastano la cucina”. “Credo che l’Onu abbia una serie di caratteristiche negative – conclude – Non ha un esercito, non ha una intelligence, non ha una compagnia petrolifera, non vende niente, non produce niente, non importa beni, non esporta beni. Ma ha la caratteristica madre che serve a un’organizzazione per essere legittimata: l’Onu è molto più preparata per svolgere questo ruolo rispetto ad altri Stati o altre organizzazioni.