L’impresa di Zelensky a Kursk per portare Mosca al summit della pace di novembre?

di Emanuela Ricci

Gli ucraini diffondono in rete le immagini della presa del nodo strategico Gazprom presso Sudzha. Si tratta del nodo che gestisce la distribuzione del gas russo verso l’Europa. A compiere l’impresa il 99° battaglione meccanizzato e la 61esima brigata Stepova. L’operazione denominata “Kursk” va avanti con piccole e mirate incursioni tendenti a destabilizzare le difese in territorio russo ed incidere psicologicamente sulla popolazione che è stata costretta ad evacuare: sarebbero 76mila le persone fatte allontanare da Mosca lungo i confini con l’Ucraina.

Gli obiettivi dell’esercito di Kiev rimangono segreti, non si riesce a capire fino a quando e dove Zelensky si voglia spingere. L’unica certezza è l’appoggio di UE e USA alle incursioni in Russia. Le autorità russe hanno dichiarato lo stato di emergenza e l’avvio di un’Operazione speciale anti-terrorismo nelle regioni di Kursk, Belgorod e Brjansk, per garantire la sicurezza della popolazione e contrastare eventuali atti terroristici da parte delle forze nemiche.

Secondo il ministero della Difesa russo, le unità mobili ucraine sono state bloccate nei loro tentativi di penetrare ulteriormente all’interno. Un comunicato diffuso dall’agenzia russa Interfax riporta anche di un attacco contro “mercenari stranieri” nella periferia sud di Sudzha, durante il quale sarebbe stato impiegato un missile con testata termobarica. Questo tipo di arma, già utilizzato dalla Russia in Ucraina fin dall’inizio dell’invasione e in precedenza durante la guerra in Cecenia, è noto per la sua capacità di causare esplosioni particolarmente devastanti. Il ministero russo ha dichiarato che nell’attacco sono stati eliminati 15 mercenari stranieri.

Le forze ucraine avrebbero preso anche un villaggio nella zona di Belgorod a pochi chilometri dalla centrale nucleare di Kursk. Al riguardo l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha esortato sia la Russia che l’Ucraina a esercitare la massima cautela per evitare incidenti che potrebbero avere gravi conseguenze radiologiche.

L’area dei combattimenti coprirebbe oltre 600 km quadrati nella regione di Kursk. Dopo cinque giorni l’esercito di Mosca ha reagito con determinazione. Un caccia bombardiere supersonico Su-34 ha attaccato le truppe ucraine sganciando una bomba esplosiva aria-combustibile Odab-500 da 500 kg. In un secondo raid le truppe di Kiev sono state colpite nella periferia meridionale di Sudzha da un missile a testata termobarica (composta da combustibile esplosivo che risucchia l’ossigeno, provocando potentissime esplosioni). Missili Iskander, invece, hanno danneggiato il posto di comando del 99° battaglione meccanizzato. Sono poi arrivati carri armati per colpire i gruppi corazzati mobili dell’esercito ucraino. 

Nel frattempo in Bielorussia Lukashenko ha rafforzato le linee a Gomel e Mozyr, al confine con l’Ucraina, dopo aver abbattuto droni di Kiev nei suoi cieli.

Sul fronte ucraino i russi hanno ottenuto vittorie nel Donetsk, avanzando nelle località di Pishchany, Stelmakhivka, Ivanovka e Krasnohorivka. Nella zona di Kharkiv hanno bombardato le aree del Kupyansk mentre si registrano bombardamenti anche vicino alle città di Chasiv Yar, Toretsk e Pokrovsk. Le forze navali di Kiev hanno attaccato con successo una torre del gas nel Mar Nero, dove i russi custodiscono loro materiale mentre si combatte anche Capo Kinburn, sempre occupato dai russi.

Cosa ci sia dietro a questa strategia non è affatto chiaro, anche perchè l’Ucraina già debole a difendersi nel proprio territorio sicuramente non potrà continuare ad avanzare in Russia lasciando scoperte le retrovie. Molto probabilmente Zelensky vuole spingere Mosca alla partecipazione del prossimo summit sulla pace di novembre, certo di avere tra le mani diverse e nuove opzioni negoziali (snodo Gazprom e centrale di Kursk?).

In Italia, invece, si registrano alcune turbolenze nel governo per le affermazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto che aveva apertamente condannato l’incursione ucraina in territorio russo. Ieri Palazzo Chigi e fonti della Farnesina hanno dovuto confermare la linea USA e UE di sostegno incondizionato alle operazioni messe in atto da Zelensky anche in territorio russo.

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