Rafforzata la collaborazione con i consulenti per migliori servizi a cittadini e imprese
L’Inps porta il suo contributo di proposte e di innovazione al Festival del Lavoro 2022, l’evento organizzato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine e dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro che si sta svolgendo in questi giorni presso il Palazzo della Cultura e dei Congressi di Bologna. La manifestazione, giunta alla tredicesima edizione, ha ospitato oggi il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, chiamato a intervenire sui nuovi modelli di lavoro e sulle ricadute per il sistema previdenziale.
Tridico ha ringraziato gli organizzatori dell’evento, rilevando come la presenza dell’Istituto al Festival testimoni “la rafforzata collaborazione che si è ormai instaurata tra consulenti e Inps, nell’obiettivo comune di rendere un servizio al Paese e alle imprese”.
Il presidente si è poi soffermato sul mercato del lavoro, caratterizzato dalla discontinuità dei rapporti. “Avere una continuità reddituale e previdenziale in un mercato del lavoro sempre più frammentato è la sfida del futuro. Pensiamo alla Gig economy, ai rider, ai lavoratori intermittenti cui si dovrà garantire tracciabilità continua nei periodi di non occupazione. L’Istituto si è attrezzato per rispondere a questa esigenza. Fino al 2021 – ha proseguito Tridico – per maturare i requisiti e avere diritto a prestazioni quali NASpI, Dis-COLL, maternità servivano 30 giorni di contributi. Oggi si ottiene una copertura contributiva e previdenziale anche con un solo giorno di lavoro avendo 13 settimane negli ultimi 4 anni”.
Tridico ha quindi affrontato il tema del riscatto gratuito della laurea, già sperimentato in Germania: “Oggi abbiamo il riscatto light, ma un ulteriore passo in questa direzione vorrebbe dire incentivare lo studio per i giovani e anticipare l’età pensionabile, compensando l’ingresso differito nel mercato del lavoro a causa dei periodi di studio. In Germania, per contrastare l’abbandono degli studi, una volta ottenuto il titolo è possibile riscattare anche gli ultimi due anni di scuola superiore. Sarebbe auspicabile andare in questa direzione”.
Nel pomeriggio il direttore generale, Vincenzo Caridi, ha partecipato ai lavori, illustrando i tre obiettivi dell’agenda Inps per i prossimi anni: “innovazione, integrazione, inclusione. Tre obiettivi che hanno un impatto enorme sull’organizzazione e sul servizio”. Per innovare, ha detto Caridi, “bisogna passare da un’organizzazione intesa come macchina, cioè come realtà composta da strutture a silos, ad una logica organizzativa per progetti, trasversali e finalizzati a raggiungere obiettivi specifici”.
Secondo il direttore generale, il Pnrr riapre il tema delle competenze del capitale umano: “Per questo siamo impegnati in una massiccia politica di assunzioni, con un concorso per 1850 funzionari da cui speriamo di ottenere 5000 risorse, completando lo scorrimento delle graduatorie; e per questo abbiamo attivato un progetto di change management su larga scala, con l’obiettivo di sviluppare politiche di diversity management, pari opportunità e minor impatto del turnover sul servizio”.
Caridi ha specificato che l’Istituto sta operando per un regolamento del lavoro agile, che sarà integrato con un sistema di valutazione individuale idoneo a valorizzare talenti e professionalità: “Vogliamo sviluppare un welfare aziendale all’avanguardia, perché la modernità dell’Inps non si misura solo nel servizio digitale che fornisce, ma anche nel supporto che è in grado di assicurare ai propri dipendenti”. E riferendosi al ruolo che l’Istituto assolve in ogni territorio, Caridi ha richiamato l’importanza di una partnership strategica con gli stakeholders: intermediari, start-up, privati, ma anche Pa. In questo senso, considerato il valore della prossimità al cittadino, il direttore ha rilevato come il Pnrr imponga un cambio di paradigma culturale: “stiamo passando da un approccio reattivo all’input dell’utente a un approccio proattivo di stimolo e di precompilazione delle domande, in base alle informazioni in nostro possesso. Serve ancora un passo in più: va sviluppata la terza dimensione del servizio, quella dell’interoperabilità, basata sulla condivisione dei dati per sviluppare in maniera accurata e tempestiva le politiche di welfare sul territorio”.