Secondo un rapporto dell’Intelligence olandese, le cellule statali islamiche stanno utilizzando la Turchia come base strategica in cui recuperare, ricostruire e lanciare una guerra sotterranea in Europa.
Questa valutazione è contenuta in un rapporto pubblicato lunedì dal General Intelligence and Security Service olandese, noto come AIVD. Il documento, disponibile in lingua olandese sul sito dell’AIVD, è intitolato The Legacy of Syria: il jihadismo globale rimane una minaccia per l’Europa.
Secondo il rapporto, il governo della turco non vede gruppi islamici sunniti, al-Qaeda e lo Stato islamico (noto anche come lo Stato islamico di Iraq e Siria o ISIS), come una pressante minaccia per la sicurezza nazionale. Invece, i servizi di sicurezza turchi sono molto più preoccupati dei ribelli etnici curdi del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) presenti in Turchia e delle Unità di protezione del popolo (YPG) siriane.
Pertanto, anche se a volte le autorità turche intraprendono azioni per combattere al-Qaeda e ISIS, “gli interessi turchi non sempre corrispondono alle priorità europee nel campo dell’antiterrorismo”, afferma il rapporto.
Per questo motivo, la Turchia è stata un grande centro di transito di decine di migliaia di combattenti stranieri che si sono riversati in Siria per combattere per gruppi islamici sunniti durante l’apice della guerra civile siriana.
Sempre secondo il rapporto, oggi la Turchia ospita decine di migliaia di simpatizzanti di al-Qaeda e ISIS – due organizzazioni che mantengono una presenza attiva in tutto il paese, L’approccio “hands-off” del governo turco sta dando a questi gruppi “sufficiente spazio per respirare e libertà di movimento” per operare in modo relativamente libero sul suolo turco. Inoltre, membri di al-Qaeda e ISIS sfruttano la relativa pace e stabilità della Turchia per modellare e dirigere la sua guerra sotterranea in sospeso nel continente europeo.