La consegna di Nave Trieste rappresenta non solo un traguardo tecnologico e industriale per l’Italia, ma anche un simbolo di unità nazionale, di innovazione e tradizione. È la dimostrazione tangibile della capacità del Paese di progettare, costruire e innovare, ponendosi come riferimento sia a livello europeo che internazionale
Francesco Matera
Una giornata storica si è svolta ieri a Livorno, dove la Marina Militare ha ricevuto ufficialmente Nave Trieste, la più grande unità navale costruita in Italia dal secondo dopoguerra. La cerimonia, ospitata presso il molo Italia, ha visto la partecipazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Ministro della Difesa Guido Crosetto e delle più alte cariche istituzionali e militari. Il momento solenne si è svolto davanti a un pubblico di autorità, tecnici, operai e cittadini, in un’atmosfera di orgoglio nazionale e celebrazione dell’eccellenza italiana.
Nave Trieste, costruita nei cantieri di Fincantieri a Castellammare di Stabia, rappresenta il frutto del lavoro di migliaia di ingegneri, tecnici e operai italiani. Si tratta di un vero capolavoro della cantieristica navale nazionale: lunga 245 metri, con un dislocamento di 37.500 tonnellate, è capace di ospitare più di 1.000 persone tra equipaggio e truppe delle altre forze armate. Dotata di un hangar in grado di accogliere fino a 14 velivoli, tra cui i modernissimi caccia F-35B a decollo corto e atterraggio verticale, la nave è progettata per svolgere molteplici ruoli strategici, dalle operazioni anfibie alle missioni umanitarie e di protezione civile. La sua capacità di agire come portaerei leggera la rende un asset cruciale per la proiezione della Marina Militare italiana nei contesti internazionali più complessi.
All’arrivo del Presidente della Repubblica, la Nave Morosini, ormeggiata poco distante, ha reso onore con 21 colpi di artiglieria. Sergio Mattarella, accolto con il massimo degli onori militari, è salito a bordo del Trieste accompagnato dal Ministro della Difesa Guido Crosetto. Percorrendo il tappeto rosso steso lungo il ponte della nave, hanno sfilato in rassegna davanti ai militari schierati, raggiungendo infine il posto d’onore riservato alle autorità.
Il momento più toccante della cerimonia è stato senza dubbio il giuramento solenne dei 150 allievi ufficiali della prima classe dell’Accademia Navale di Livorno, che per la prima volta hanno giurato fedeltà alla Repubblica a bordo di una nave militare. Un evento storico e altamente simbolico, che ha saputo unire innovazione e tradizione.
Durante il suo discorso, il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha voluto sottolineare la rilevanza di Nave Trieste sia dal punto di vista simbolico che operativo, ricordando come ogni mezzo delle Forze Armate serva a garantire la sicurezza e la difesa del Paese. Ha inoltre ribadito la necessità di investire in maniera costante nella Difesa, specialmente in un contesto internazionale caratterizzato da instabilità e minacce emergenti, facendo riferimento agli ultimi eventi nel Medio Oriente e alle nuove sfide globali. Ha dichiarato che destinare il 2% del PIL alla Difesa non è una scelta burocratica o imposta dall’esterno, ma una necessità concreta per garantire la sicurezza nazionale e prevenire attacchi.
Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri, ha espresso orgoglio per il risultato raggiunto, sottolineando come la Nave Trieste rappresenti un’eccellenza della cantieristica italiana e sia la testimonianza delle capacità manifatturiere, strategiche e tecnologiche del nostro Paese.
Il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha rimarcato il significato economico della cerimonia per la città e il porto di Livorno, affermando che la realizzazione della Darsena Europa, con un pescaggio di 20 metri, renderà Livorno un punto di riferimento per i traffici marittimi internazionali, aprendo nuove opportunità per l’intero sistema economico italiano.
Il Presidente Sergio Mattarella ha voluto rimarcare il ruolo cruciale delle Forze Armate italiane non solo come strumento di difesa, ma anche come elemento di coesione nazionale e promotore di pace. Ha rivolto uno sguardo attento ai giovani allievi ufficiali, futuri protagonisti della Marina Militare, chiamati a incarnare i valori di sacrificio, responsabilità e integrità. La loro missione, ha implicitamente suggerito il Capo dello Stato, è un impegno verso la stabilità e la sicurezza dell’Italia, in un mondo sempre più imprevedibile.
Con la chiusura della cerimonia e il saluto finale del Presidente della Repubblica, l’atmosfera di solennità si è dissolta lentamente, lasciando spazio alla consapevolezza di aver vissuto un evento destinato a restare nella storia. Sergio Mattarella, dopo un breve pranzo a bordo della nave, ha lasciato il porto di Livorno per dirigersi verso l’aeroporto di Pisa, pronto a partire per Parigi dove, in serata, ha partecipato alla cerimonia di riapertura della cattedrale di Notre-Dame.
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