La “puntata” sul tavolo da gioco, che vede il confronto di Italia e Francia, diventa sempre più alta.
La partita tra i due paesi, iniziata con in gioco la leadership dei cantieri navali si allarga a quello delle telecomunicazioni con Roma che minaccia di attivare i poteri speciali (golden power) su Tim, dopo l’attività di direzione e coordinamento assunta ufficialmente il 27 luglio scorso dal primo azionista Vivendi.
Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, spiegando la sua mossa ha detto: “Facciamo quello che il governo deve fare, cioè applicare le regole che esistono. Abbiamo chiesto a Palazzo Chigi di verificare se c’è l’obbligo di notifica sull’attività di direzione e coordinamento”; è stato proprio il Mise, infatti, a sollecitare Palazzo Chigi perché venga avviata “una pronta istruttoria da parte del gruppo di coordinamento all’interno della Presidenza del Consiglio” con l’obiettivo di “valutare la sussistenza di obblighi di notifica e, più in generale, l’applicazione del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21 (proprio quello che regola la golden power, ndr)”, in relazione a quello che Tim aveva comunicato con la semestrale.
La decisione, che potrebbe portare a una sanzione, si giustifica evidentemente con la strategicita’ della rete d’accesso ma anche di Sparkle, la controllata che gestisce e possiede alcune infrastrutture di collegamento con l’estero, che non a caso nella ripartizione delle nuove deleghe del dopo-Cattaneo è stata affidata al vicepresidente Giuseppe Recchi e non al presidente esecutivo Arnaud de Puyfontaine.
Secondo fonti vicine a Tim, non ci sarebbero i presupposti l’applicazione della golden power. Le norme in vigore relative alla golden power, aveva detto poco prima Calenda alla Camera, verranno “applicate con intransigenza”, senza contare che si riproverà a proporre una “norma antiscorrerie sulle aziende quotate”. La puntualizzazione è avvenuta nel corso dell’informativa su Fincantieri-Stx ma, Calenda ha voluto precisare che le due partite non hanno “nulla a che fare” l’una con l’altra e quindi non si tratterebbe di una ritorsione. Infatti, se prendiamo in esame le date, emerge che la richiesta a Palazzo Chigi sulla golden power è partita il 31 luglio, quindi, un giorno prima dell’incontro con il ministro francese Bruno Le Maire, durante il quale, come era prevedibile, non si sono registrati passi avanti sull’acquisizione dei cantieri francesi da parte dell’azienda italiana.
I due episodi, quindi, seguono lo stesso copione e sono prova del dinamismo con cui la Francia si muove sul mercato italiano, ponendo invece ostacoli al proprio interno, come la nazionalizzazione dei cantieri di Saint-Nazaire. Vale la pena ricordare che Vivendi ha mostrato un concreto interesse pure in Mediaset, con una quota che sfiora il 30%, scatenando anche in questo caso una reazione forte: l’Agcom le ha infatti imposto, in sostanza, di scegliere tra il controllo del gruppo televisivo e quello di Tim.
Tornando alla questione di Fincantieri, di cui il presidente Emmanuel Macron avrebbe intanto parlato con il numero uno della Commissione europea Jean Claude Juncker, Calenda ha ribadito ancora una volta la “linea della fermezza”, lasciando però “aperto un canale di dialogo costruttivo con il Governo francese. Riteniamo che esistano tutte le condizioni per trovare un accordo su Stx e andare avanti sul progetto di partnership tra Fincantieri e Naval Group”.
La proposta francese di creare insieme all’Italia una “Airbus navale un progetto meritevole di essere studiato e di attenzione, ma ciò non fa venire meno la necessità di rispettare i patti”.
Fincantieri, intanto, con il contratto Corvette firmato durante la visita del ministro Alfano in Qatar, incassa un ordine da 5 miliardi per sette navi militari.