Dopo le scene caotiche all’aeroporto britannico di Gatwick, rimasto chiuso per tre giorni a causa di segnalazioni di avvistamenti di droni, appaiono sui social media immagini diffuse dallo Stato islamico che mostrano droni che trasportano pacchi verso le grandi città occidentali. Le immagini, che sembrano essere contraffatte, hanno riacceso le preoccupazioni sul fatto che il gruppo potrebbe essere vicino a lanciare attacchi contro obiettivi civili in tutto il mondo usando i droni.
Negli ultimi anni diversi gruppi militanti, come Hezbollah in Libano e gruppi affiliati ad Al Qaeda in Pakistan, hanno fatto ricorso alla tecnologia dei droni per scopi di sorveglianza e di combattimento, ma gli osservatori ritengono che lo Stato islamico possa avere l’arsenale di droni più avanzato di qualsiasi gruppo non statale al mondo. L’organizzazione militante sunnita-musulmana ha lanciato una campagna di droni armati sperimentali in Iraq nel 2016. Un anno prima, i combattenti dello Stato islamico erano stati visti fare uso di droni acquistati commercialmente a scopo di sorveglianza nei campi di battaglia dell’Iraq e della Siria.
Nel 2016, lo Stato Islamico ha costruito diversi seminari per modificare i droni acquistati commercialmente e, infine, per costruire i propri modelli. Nel gennaio 2017, il gruppo ha annunciato la creazione di una nuova unità chiamata “Unmanned Aircraft of the Mujahideen”, che ha operato una consistente flotta di droni da combattimento modificati. Il mese successivo, lo Stato Islamico dichiarò di aver ucciso con l’uso di droni quasi 40 soldati iracheni in una sola settimana. Il gruppo militante ha detto di averlo fatto usando i droni per lanciare proiettili di mortaio da tre libbre sulle posizioni delle truppe irachene.
Preoccupazione è stata espressa dagli specialisti dell’antiterrorismo che considerano la “crescente ambizione” dello stato islamico di usare i droni sul campo di battaglia anche se dubitano che l’uso dei droni possa di per sé influenzare l’esito delle battaglie.
Una preoccupazione molto più grande è la possibilità che lo Stato islamico possa trasferire la sua conoscenza di droni fuori dal campo di battaglia. È stato a lungo confermato che i militanti dello Stato islamico hanno sistematicamente discusso la possibilità di schierare droni nelle aree civili per far cadere esplosivi o anche sostanze chimiche armate.
Nell’ottobre di quest’anno, il direttore del Federal Bureau of Investigation Christopher Wray dichiarò al Congresso degli Stati Uniti che la minaccia dell’uso di droni da parte di un gruppo come lo Stato islamico contro i tarocchi americani era “in costante aumento”. Wray ha detto che l’FBI ha valutato che i droni “saranno usati per facilitare un attacco negli Stati Uniti contro un bersaglio vulnerabile, come un raduno di massa”. Ha aggiunto che la sua valutazione era basata su diversi fattori, come la disponibilità al dettaglio dei dispositivi, la “mancanza di requisiti di identificazione verificati per procurarsi” droni, la loro facilità d’uso, così come l’esperienza nell’uso dei droni che i gruppi militanti hanno accumulato all’estero.